UNA RONDINE FA PRIMAVERA!

Le stagioni si susseguono ma rimane inalterata una certezza: il ritorno delle rondini, piccole sagome aggraziate che spiccano in cielo, dal “passo” inconfondibile, quel volo che disegna meravigliosi cerchi.

Aristotele diceva che ” una rondine non fa primavera” ma è altrettanto vero che regala leggerezza, bellezza e speranza, quasi come fosse un sospiro di sollievo, un sorriso inaspettato.

Nel mondo islamico viene appellata con il soprannome di ” uccello del paradiso”, incarnando il simbolo della buona compagnia, miti e leggende hanno profuso inchiostro su questi animaletti così piccini ma dannatamente potenti per simbologia e significato sottolineando la ciclicità del tempo.

Una moltitudine di narrazioni alimenta la sacralità della rondine.

La stessa Bibbia racconta che Gesù Cristo, dopo essere stato torturato e posta sulla testa una corona di rovi spinati sia stato ” salvato” da uno stormo di rondini che gliela tolse, prontamente, alleviando così le sue sofferenze.

Circola una ” favola” che racconta di due rondini anziane, che prima di migrare verso luoghi caldi, promisero a tre giovani esemplari, inesperti sulla rotta, che li avrebbero attesi al nido per affrontare insieme la traversata; per una serie di vicissitudini non furono in grado di migrare.

Giunse l’ inverno, i tre compagni vicini per scaldarsi, le adulte alla ricerca di cibo.

All’ arrivo della primavera le rondini adulte si trovarono sul petto una ” macchia” candida ; il calore del loro corpo era stato in grado di sciogliere la neve permettendogli così di raggiungere la terra e gli eventuali semi.

Il gesto d’ amore di questi esemplari, quello di prendersi cura dei più piccoli, fu premiato regalando loro il color bianco anche su una porzione delle ali quale simbolo di candore e amorevolezza.

Sono uccelli forti e resistenti, nonostante le sembianze, percorrono migliaia di chilometri ogni anno per nidificare, per istinto volano dal Nordafrica al Portogallo rimanendovi fino al termine della stagione estiva e proprio in questa terra sono particolarmente amate, non solo quale simbolo dell’ arrivo della stagione mite ma vengono associate alla casa: grazie alla loro capacità di farsi carico e allevare la prole assurgono ad esempio di tutto ciò che di meglio la natura possa portare.

La passione è tale che i portoghesi appendono repliche di stormi di rondini sui muri delle proprie abitazioni in segno di prosperità.

Il legame ” nazionale” con questa creatura dalle ali nere è dovuto a Rafael Bordalo Pinheiro, che sul finire del XX secolo, produceva piccoli esemplari in ceramica disegnati da lui stesso che, ancora oggi, vengono scambiati fra innamorati.

Anche l’ Egitto è stato “vittima” di un amore viscerale per la rondine, rappresentata da Ba, ovvero l’ anima purificata per cui sacra a Iside la quale ogni notte ne assume sembianza per sorvolare il sarcofago del caro marito Osiride, re degli dei.

I greci la consideravano un dono di Afrodite, la dea della bellezza, poiché aggraziata e leggera.

Per i romani le rondini erano erano manifestazione dei Lari, le divinità protettrici delle case degli uomini tant’è che costruiscono i nidi proprio sotto i nostri tetti e vivono spesso vicino a noi; nella tradizione cristiana passione e resurrezione per questo il suo elegante profilo compare in molte rappresentazioni sacre, come la splendida ” Madonna delle rondini”.

Nei vecchi cassetti non sarà poi così difficile ritrovare i passati biglietti di auguri pasquali, cartoline dipinte a mano, dai cieli azzurri, un campanile e uno stormo di rondini svolazzanti qua e là.

Nel nostro tempo, i contadini dicono che sia di buon auspicio vedere rondini fra la domenica delle Palme e la Pasqua, rappresentando la passione e la resurrezione di Cristo.

Ogni anno con fedeltà atavica queste creature tornano nel luogo dove sono nate a ricordarci l’ arrivo della primavera.

” La rondine, il giocattolo del vento”. ( J. Renard)

Francesca Valleri