
Il Salotto Itinerante di Incontri nasce, in una notte di mezza estate, con l’intento di essere un contenitore di “Bellezza” condivisibile; la “Teoria del bello” è il grido di protesta contro uno dei tanti mantra abusati e inflazionati: “La bellezza salverà il mondo”. (Fedor Dostoevskij)
Che la Bellezza esista è un elemento inconfutabile basato sull’osservazione della realtà.
Quando parliamo di “Bellezza” sembra che il tutto sia circoscritto alla dimensione armonica, finalizzata alla vista. La mia personale “crociata” se ci rifacciamo al grido di protesta iniziale, quella di declinare tale concetto sconfinato, alla soddisfazione e all’appagamento della totalità dei sensi.
Occorre domandarci se siamo in grado di riconoscerla… perché essere in grado di legittimarla è affare assai diverso dal riconoscerle una dimensione estetica-sensoriale. Dal momento in cui la risposta è affermativa “Alea iacta est”, “Il dado è tratto”, si aprono due scenari, uno dei quali irreversibile, o ci si fa deliberatamente sfiorare dalla Bellezza, riconoscendola come una sorta di pacca sulla spalla, che si sente ma non ci sposta o ci si fa invadere e attraversare fino a inebriarci l’anima.
“Lei” è complessa e totalizzante, arte, musica, sesso, religione, matematica, sfacciata e dirompente, assoluta, seducente per idea, è presente ovunque e su qualunque terreno di gioco decida di cimentarsi la partita è persa in partenza; fluida, inarrestabile, consapevole e dal passo lento, quasi a voler concedere all’ uomo tutto il tempo necessario per metabolizzarla. Lecito domandarsi chi sia io per potermi arrogare tale diritto!
Francesca Valleri, classe ’75, succube della Bellezza dalla nascita. Potrei paragonarmi a un cane da tartufo, in questo caso non dall’ olfatto sopraffino ma una vista e un animo allenati, nata, cresciuta ed educata alla ricerca e al riconoscimento della bellezza declinandola anche con paradigmi e grammatiche moderne. Motore una curiosità inarrestabile, una curiosità eretica volta all’indagine degli stati di profondità che la bellezza possiede per natura, uno dei suoi paradigmi, che fa da metro di misura al grado di coinvolgimento e di conseguenza l’intensità, quasi fosse un sentimento, infine l’esperienza che stiamo vivendo.
Sì, avete letto bene, sentimento perché da esso scaturisce un sodalizio fra Bellezza e riflessione, un valore etico quasi sacro, che non solo la consacra nell’ Olimpo ma le permette di essere amata indistintamente. La capacità di sperimentare il bello influenza i pensieri, le emozioni e le azioni. Parafrasando il Foscolo…anche la speranza ripone fiducia nella Bellezza.