MI CHIAMO IVANO, IVANO FOSSATI

Classe ’51, genovese, musicista d’ eccezione, schivo: “L’ acquiescenza mi da fastidio, i complimenti immotivati mi disturbano”.

Fossati, il cantautore con la passione del rock che ha iniziato a suonare la chitarra grazie ai Beatles!

Benché risalga a più di dieci anni fa il suo ritiro dal palco è ancora il portabandiera dell’ indipendenza intellettuale e creativa, incarna il sacro potere della scelta solitaria, rappresenta la fusion fra canzone d’ autore e rock egregiamente dosata fra testi raffinati e musiche sofisticate.

I suoi viaggi si sono sedimentati nelle parole delle sue melodie convinto che per scrivere qualcosa di sensato occorra aver visto o vissuto qualcosa di interessante.

Affascinato da tutti coloro, pittori, individui comuni, registi, che raccontano di ” perdimenti e disorientamenti”, perché “la vita comune è più vicino a questo, alla mancanza di piani di volo”.

Esplora anime, profili di donne, vicoli, ombre e li ridisegna con la sua personale raffinata penna raccontando di sguardi fugaci, terre lontane e malinconie umane.

Ha navigato la storia della musica italiana, come un esploratore alla costante ricerca di nuove rotte, creando percorsi da inseguire: ” Come posso dire come passa il tempo, come posso dire come passa lento…” (Disincanto) ,dove è stato tessuto un nuovo connubio fra testi e sonorità per poi giungere a ” La mia banda suona il rock” , croce e delizia degli anni avvenire, rimandogli appiccicata per tanto tempo come un’ etichetta ingombrante dalla quale, cercherà in tutti i modi di sbarazzarsi.

Il cantautore del tempo che coraggiosamente lo ha disegnato, studiato, annusato, osservato, attraversato: ” c’è un tempo per seminare e uno più lungo per aspettare”, smontando la certezza con un impersonale ” dicono che” a cui fa da contraltare ” io dico che c’era un tempo” ammettendo così, in maniera disarmata e disarmante, quella marea di volte in cui siamo stati intempestivi nelle situazioni.

Questa melodia è andata a cercarlo ( e lo ha trovato) in una fase della sua vita in cui il margine di virata era oramai risicato, il primo giro di boa era già stato compiuto.

Fossati si è spinto oltre, sperimentando nuance e toni caldi con nuovi sound, caratteristiche originali con il suo personale marchio di fabbrica ma sempre inconfondibile come la sua voce, intensa, sofferta, rallentata e quell’ amore, a volte impercettibile, per la sua terra: ” L’ amore è tutto carte da decifrare, e lunghe notti e giorni per imparare, io se avessi una penna ti scriverei, se avessi più fantasia ti disegnerei, su fogli di cristallo da frantumare”. ( Carte da decifrare)

Le sue introspezioni malinconiche, le sue riflessioni d’ alta integrità morale e civile ne fanno una sorta di coscienza critica non solo della scena musicale ma della stessa società; una riflessione esistenziale a tutto tondo la sua , tanto profonda, da aver permesso, probabilmente, ad una generazione di italiani di rispecchiarsi nei suoi sentimenti.

” Ivano è una persona della quale si sente la mancanza subito, anche se lo conosci da poco…mi ha insegnato una cosa che non sapevo: l’ amore non va lasciato solo”; queste le parole della sua compagna.

Francesca Valleri