L’ORO DEI NAZISTI E LA CAMERA D’AMBRA.

L’ otto aprile del millenovecentoquarantacinque , una divisione di soldati americani scoprì l’ oro dei nazisti nascosto nelle miniere di Merkers, in Germania.

Quattrocento metri sotto terra c’era un deposito enorme di preziosi, opere d’arte, lingotti d’oro e platino, monete della Reichsbank e valuta straniera; un valore inestimabile celato nel cuore della terra, tonnellate di preziosi sistemati alla buona, dentro valigie, casse, sacchi.

Fu una vera sorpresa per il generale Patton e i suoi uomini, i quali si affrettarono a confiscare tutto e a far sparire quel ben di Dio, il più presto possibile senza lasciare tracce.

Prima di finire sotto terra, il deposito era stato conservato nelle camere blindate della Reichsbank ma quando nel febbraio del quarantacinque gli attacchi aerei degli alleati distrussero il castello di Berlino si comprese che era necessario mettere tutto in salvo.

La soluzione un treno merci con più di venti vagoni chiamato ” Operation Walross”.

Durante questa manovra non fu permesso a testimoni estranei di assistere all’ operazione e tanto meno di documentarla per iscritto.

E’ stato ipotizzato che il tesoro sia stato trasportato in un sommergibile diretto in Argentina.

Per molti, i vagoni di Walbrzych più che oro e valori trasportavano la ” Camera d’ Ambra”.

Una stanza dalle pareti interamente rivestite di ambra, la resina del Mar del Nord, l’ oro giallo tanto ambito nell’ antichità.

Questa stanza, la cui riproduzione oggi la si può trovare nel Palazzo di Caterina a venti chilometri da Pietroburgo , si dice essere stata qualcosa di impressionante ; cinquantacinque metri quadrati ” che avevano avuto la capacità di imprigionare il sole”, sei tonnellate di resina che avevano ricoperto pareti e mobilia.

Un capolavoro dell’ arte barocca.

Era stata progettata da un architetto tedesco per andare ad arricchire il palazzo berlinese ma fu donata dal re prussiano all’ imperioso Pietro Il Grande.

Fu trasferita dai nazisti nel castello di Konigsber ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale scomparve lei e il castello.

Sono infinite le teorie che aleggiano intorno a questa sparizione, da ipotetici incendi dei quali non si rinviene traccia a ipotesi di smantellamento pezzo per pezzo.

Nessuno crede che possa ” dormire” nei vagoni di un treno.

Fatto sta che ancora oggi tutti sono a bocca asciutta.

Francesca Valleri