DALL’ISLAM ALLA PATRIA TUTTO DA CENSURARE
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato l’ avvio alle celebrazioni nazionali del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri e il 2021 sarà il suo anno.
Indubbiamente un anno tormentato e in salita se si guarda con gli occhi dei sacerdoti del politicamente corretto che processerebbe pure lui con Boccaccio.
Questo incomprensibile atteggiamento che mai come adesso sta imperando prima o poi porterà a censurare anche i padri della letteratura.
Il Sommo poeta era il più scorretto di tutti, dal carattere burbero, si fece cacciare da Firenze pur di non pagare una multa che gli avevano inflitto i nemici politici, i Guelfi neri, i vincitori, finendo per essere condannato a morte per contumacia.
Oggi evasore e corruttore.
Boccaccio poi , neppure a parlarne!
Con il femminismo dilagante e le nuove teorie transgender, figuriamoci se sarà consentito citare alcune novelle del Decamerone con fanciulle pronte a donarsi.
Facendo un gran balzo in avanti, che dire di Ugo Foscolo?
Il poeta ” nazionalista” per eccellenza che nell’ appello al lettore dello Jacopo Ortis diceva ” il mio cadavere almeno non cadrà fra le braccia straniere”.
Leopardi, nello Zibaldone; si spinse pure a criticare l’ estensione universale della cittadinanza : ” quando tutto il mondo fu cittadino Romano, Roma non ebbe più cittadini…”.
Chi in epoca di ius soli e ius culturae sostenesse questa tesi sarebbe immediatamente accusato di xenofobia e razzismo.
Altro che Charlie Hebdo!
La critica più feroce a Maometto proviene non dai vignettisti francesi ma da un poeta italiano: Dante Alighieri e dalla sua Divina Commedia che forse per distrazione si trova ancora presente nei programmi scolastici.
L’ autore getta ” i seminator di scandalo e di scisma” tra cui il fondatore della religione islamica, nel fondo della nona bolgia.
Al confronto appaiono piuttosto rispettose le caricature del 2015.
Il cristianissimo Dante con il maomettissimo Maometto non fa satira, non ricorre all’ ironia o eufemismi ma con penna perire descrive ” il triste sacco che merda fa di quel che si trangugia”.
Ora, detto ciò, cosa dovrebbe aspettarsi questo Dante Alighieri?
L’ Italia pullula di statue dedicate ad un siffatto islamofobo.
Che farne?
Abbatterle come negli Usa è stato abbattuto Colombo?
Ad aggravare la sua posizione il fatto di noon essere neppure un sincero democratico altrimenti non avrebbe collocato in Paradiso l’ antenato Cacciaguida, un altro razzista, suprematista fiorentino.
Niente depone a favore del Sommo poeta che altra sorte non ha se non quella di sprofondare nel ” suo” inferno.