LA ” MEMORIA” DEL RICORDO
Nessun’altra canzone incarna l’idea del ricordo inteso anche nell’accezione di rimpianto o nostalgia come ” My Way” di Sinatra; ironia della sorte una delle più memorabili del cantante e quella che ha detestato di più!
Proprio la malinconia alla base della reminiscenza, nascendo come moto naturale dal cuore; nel ricordo è visibile la traccia di ” cor”, dal quale poi si ritrova coraggio, misericordia, cordiale.
” Ho vissuto una vita piena, ho viaggiato in ogni autostrada” ( My Way)
Un uomo che guarda con affetto ad un’esistenza navigata alle sue condizioni, un individuo che sta ripensando alla totalità della sua esperienza , in gran parte soddisfacente, rispolverando il libro dei ricordi.
La reminiscenza richiama nel presente del cuore un qualcosa che non è più ” adesso”, si nutre della sfera emotiva umana facendo scendere in campo il sentimento, si ricorda un odore, un gioco, un profumo, una persona, anche un qualcosa di spiacevole; nell’attuare tutto ciò si traccia l’ identikit del nostro essere, si impilano una serie di tasselli e mattoncini che ci qualificano per quello che siamo oggi.
I ricordi sono necessari a dare un senso al nostro personale passato e inscrivere la futura esistenza in un contesto più ampio.
” Oh memoria , nemica del mio riposo”. ( Cervantes)
Esistono, ovviamente e per fortuna, frame dolorosi nel catalogo esistenziale, che di per sé non sono malefici né tantomeno nocivi; lo diventano qualora si trasformassero nel fulcro vitale della propria vita, ancorandoci ad un passato oramai svanito.
Ricordare è una macchina del tempo, permette di tornare, quando nasce il bisogno, ai luoghi cari, agli abbracci perduti senza per questo ingabbiare in qualcosa di inesistente; ed è esattamente in questo meccanismo che risiede la sua ragione di essere, la scelta di poterci tornare, quando si vuole, sbirciando da una fessura di una porta, per superare tutti quei momenti, più o meno critici che si presentano durante la traversata umana.
Non è una fantasia, tanto meno un sogno; avendo la caratteristica di essere distante dal tempo possiede contorni meno duri del presente.
Un mezzo attraverso il quale cucire i capitoli della vita, comprendere e nel farlo pure riuscire a sorridere, talvolta una frenata di riflessione sul perché la mente riproponga quel pezzo di passato che potrebbe tornare utile nel presente.
Una rilegatura di un libro.
Per Leopardi era parte del viaggio verso la felicità consapevole che la dipartita nel passato era pressoché impossibile e inutile; per Ivan Graziani era ” Agnese” , la compagna di giochi e gite in bicicletta durante le vacanze estive e il rimpianto di non averla mai baciata.
” Il vecchio perde la memoria ma gli resta qualcosa di profetico e poetico, i ricordi. Il ragazzo ha una forte memoria e pochi ricordi”. ( Kierkegaard)
Memoria e ricordo così apparentemente similari, affini nella propria etimologia distanti se si osservano da dove prendono vita: una dalla mente, l’altro dal cuore.
La prima è quasi conforme ad un meccanismo culturale, in un certo qual modo legata alla sfera pubblica , permettendo di avere punti di riferimento, conoscenza e riflessione.
Ahimè non è invincibile, due gli acerrimi nemici che non le lasciano scampo; il tempo che con il suo trascorrere tende a sbiadirla fino a cancellarla e coloro che la vogliono deformare.
” Troviamo tutto nella memoria: è una specie di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso”. ( M. Proust)
Un magazzino vero e proprio, utile per l’ apprendimento e necessario per conservare informazioni.
Altra musica aleggia intorno al ricordo che non si può né vedere né sentire, così grande da non poter essere distrutto, la persistenza, la caratteristica di quelli emotivi; le emozioni diventano collante.
” La vita non è quella vissuta ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” ( G. G. Màrquez)