“INTANTO ERA APRILE”

Vivaldi, Botticelli, Loretta Goggi, Leopardi, Nilla Pizzi, Alberto Rabagliati ” …è primavera, svegliatevi bambine, alle Cascine Messer April fa il rubacuor…”; una stagione cantata, dipinta e colorata in tutte le lingue del mondo, crea tendenza, trasforma tutti in giardinieri, fioriscono poeti dietro l’angolo, i boccioli si aprono, le allergie ai pollini già impazzano!
Un nome antico e complesso che si origina dal latino per quanto riguarda la prima parte e che nel suo personale finale si appella al sanscrito: primavera, ” primus” e ” Vera” cioè ” ardere, splendere” per ricongiungersi alla ” Vesta” dea del focolare domestico.
Così beatamente romantico ma…l’apparenza inganna!
Nella mitologia greca, la Dea della Primavera era Persefona ( figlia di Demetra) che all’inizio della stagione risaliva in superficie.
Da dove?
Dagli Inferi Signori Miei, perché questa dolce creatura era coniugata con un certo Ade, di professione Dio e Signore degli Inferi e lei di conseguenza Regina.
In soldoni, trascorreva serenamente sei mesi nell’Oltretomba e gli altri sei incontrava Mammà!
Botticelli la disegnava quale accuratissimo catalogo botanico di centinaia di specie di piante e fiori, per Fossati era ” Anna di primavera”, ” felicità o malinconia, un vestito che andava via…”, per la Goggi era ” Maledetta”, una donna tormentata che, dopo essersi lasciata andare a un momento di passione, finisce per pentirsi dell’accaduto, per Leopardi una metafora di giovinezza, una ” Colomba che vola via” per la Pizzi.
” E intanto era Aprile” con il suo ” glicine” e il potere rigenerativo della natura, un luogo incantevole, con fiori profumati, aria dolce e un vento soave ( richiama l’Eden biblico) che supera la mera descrizione di un posto felice, un giardino quale punto di arrivo e contemporaneamente di partenza, quello di Dante che ci giunge dopo un lungo viaggio fra Inferno e Purgatorio, carico delle esperienze e purificazioni che lo hanno reso degno di proseguire il cammino verso la visione divina.

Colloca il Paradiso Terrestre sulla sommità del Monte del Purgatorio, esattamente all’opposto di Gerusalemme e non a caso; l’Eden rappresenta il punto esatto in cui la storia umana si è spezzata con il peccato originale.
” Tu mi fai rimembrar dove e qual era Proserpina nel tempo che perdette la madre lei, ed ella primavera. Come si volge, con le piante strette a terra e intra sé, donna che balli…( Canto XXVIII)
In primavera prati e boschi si vestono di viole e primule che si dice essere state mandate da Apollo per sconfiggere il freddo e proteggere la Terra; si racconta che il Sole inviò uno di questi fiori per liberare la stagione che era prigioniera in una caverna.
Il gelo dovette così fare un passo indietro rispettando il ciclo delle stagioni.
C’è chi invece si appella a San Pietro e alle sue chiavi del Paradiso, che cadute in terra fecero germogliare, in quel puto esatto, quel fiore; proprio per questa novella, in Inghilterra vengono chiamate con il nome di ” bunch of key” ossia un mazzo di chiavi!
Rinascita, luce e colore probabilmente sono le parole legate a questa stagione; tutto si rinnova, tutto torna a nuova vita dopo mesi di cieli grigi.
” Intanto era Aprile, e il glicine era qui, a rifiorire. Prepotente, feroce rinasci, e di colpo, in una notte copri un’intera parete appena alzata…E basti tu con il tuo profumo oscuro, caduco rampicante, a farmi puro di storia…” ( P. Pasolini)
