“…. cinque di maggio, sei di giugno, sette di luglio, San Firmino! A Pamplona dobbiamo andare con una calza ed un calzino ….”.

Encierro

Per una settimana intera Pamplona si trasforma in una festa continua. Migliaia di persone si danno appuntamento per festeggiare San Firmino, che inizia precisamente il 6 luglio alle dodici in punto. A quest’ora, dal balcone del municipio viene sparato il razzo (chupinazo), che segna l’avvio dei festeggiamenti. Una parte è in onore di San Firmino ed è costituita dall’“Encierro” (corsa dei tori), che inizia il giorno dopo alle prime ore del mattino e che vede una folla corsa dei tori in direzione di Plaza de Toros.

San Firmino a Pamplona

A tutt’oggi è definito uno strano “rito” e “consuetudine“, che però affonda le proprie origini nel Medioevo. Una volta i pastori portavano i tori a Pamplona per la corrida, e la notte si accampavano per le vie della città. Per portare gli animali a destinazione erano costretti ad attraversare a piedi le viuzze del paese. Si dice che proprio da qui l’abitudine si sia trasformata in questo evento di folklore. Invariato è rimasto il percorso, che vede il coinvolgimento solo della parte più antica e storica della città. Allo sparo vengono aperti i recinti dei tori che iniziano lo loro folle corsa.

corsa dei tori

Questo inseguimento spasmodico è di breve durata, si corre in tre minuti. Copre una distanza pari ad 800 metri e si ripete tutti i giorni della durata della festa. La mandria è composta da sei tori, otto buoi e una serie di persone che assolvono il compito di pastori, nel caso in cui gli animali rimanessero indietro. I tori tendono sempre a seguire i buoi, e vengono sostituiti ogni giorno.

Molte sono le critiche che muove questa manifestazione, innumerevoli i morti che si contano dopo questa settimana di “festeggiamenti“. Per tutte queste ragioni sono state previste delle limitazioni da parte del regolamento: solo i maggiorenni possono correre nell’Encierro e in assenza di alcol. Oltre a precauzioni di “ordine e sicurezza”, quali li steccati di legno installati lungo le strade.

È indubbio che la festa dei tori abbia reso Pamplona famosa in tutto il mondo: ne parla nel suo romanzo “Fiesta”, Hemingway. Il lancio dei razzi scandisce i vari momenti dell’Encierro: il primo “dichiara” l’apertura delle porte dei recinti, il secondo avvisa l’uscita di tutti i tori, il terzo, che avviene nell’arena, l’ingresso della mandria e il quarto decreta la fine. Nonostante tutti gli episodi negativi, ce ne sono alcuni anche curiosi: per esempio nel 1859 l’intero percorso fu completato in mezz’ora, mentre nel 1997 un singolo toro fu in grado di impiegare solo un minuto e mezzo.

Rimane il fatto che questo evento folkloristico divide ancora l’opinione pubblica. Tutto ha termine il 14 luglio a mezzanotte, quando il sindaco si affaccia dal balcone e ringrazia i partecipanti. Quest’ultimi impugnando delle candele accese intonano un canto finale: “povero me, povero me, che son finite le feste di San Firmino ….”.