LA CIFRA DEL NULLA

La questione centrale è che non perde occasione di rievocare termini come ” nulla” e ” vuoto”; lo zero, simbolo per antonomasia della mancanza di qualcosa, rappresentazione dell’assenza.

In matematica non è ascrivibile né nella colonna dei pro, né in quella dei contro; certamente risulta essere indispensabile…c’è differenza fra scrivere 101 e 11 e lo sanno bene i Babilonesi che per primi iniziarono a marcare questo ” nulla” con due cunei inclinati l’uno verso l’altro.

” Nulla”.

Atreyu ” ma cosa è questo nulla”.

Gmork ” è il vuoto che circonda. La gente ha rinunciato a sognare ed io ho fatto in modo che il nulla dilaghi”.

Atreyu ” ma perchè?”

Gmork ” perché è più facile dominare chi non crede in niente”. ( La storia infinita)

Gli arabi lo sdoganarono con il significato di vuoto, quel ” vuoto” ( che si è mangiato la realtà) che è “Sifr” e a Fibonacci fu affidato il compito di concludere il resto della resto della storia.

Oramai siamo assuefatti allo zero a tal punto di ritenere di averlo compreso?

In India trova le sue origini, mentre quel vuoto in sanscrito trova realizzazione attraverso ” Sunya”, lo zero in matematica e “Kha” in grammatica per evidenziare qualcosa che non appare e allora come il numero è esempio di resistenza così il nulla della “La storia infinita” diventa personificazione della difesa e della tenacia dell’immaginazione; quel niente è più cose, è anche l’omologazione, l’assenza di sogni e speranze che ci permettono di essere liberi ( nel senso più totale).

Onorando allora la riflessione parminidea ” L’essere è e non può non essere”.

Dunque accade con lo zero quello che accade con il nulla, ovvero viene speso per indicare una realtà negativa; si pensi alla dicitura ” giorno 0″, dove non si perde ma neppure si vince ma si riparte e nella ripartenza c’è il seme dell’inizio e negli inizi non si conosce disfatta.

” Lo guardi e non lo vedi, lo ascolti e non lo senti ma se lo adoperi è inesauribile” (Laotse)

Insomma la verità è che questo numero è speciale che scollina oltre la matematica e approda a concetti quali ” Nulla” e ” Infinito”.

Vuoto = nulla ( scatola vuota) e se rappresenta il niente si può ritenere ( a torto) che non sia essenziale; i romani e i greci ne fecero a meno!

Anche oggi in realtà lo si usa a fatica; si pensi agli ascensori che indicano il piano terra sovente con la lettera ” T” o ” R”, o alla tastiera del pc dove i numeri sono in perfetto ordine dall’ 1 al 9.

Talvolta è sì ” nulla” e qualche altra volta è qualcosa; se lo scrivo dopo un numero lo moltiplico improvvisamente!

Così ora lo zero diventa potente, se pochi ” nulla” possono mutare un piccolo numero in uno grandissimo.

Chi può capire questo?

Shakespeare lo espresse così ” Ora sei solo zero senza cifre accanto ed io sono meglio di quel che tu sei ora. Sono un pazzo Buffone ma tu non sei nulla” ( Re Lear) e l’Ariosto ” il loro lignaggio? Già centomila avean stimato uno zero e in fuga or se ne va senza coraggio, e tanto più che ‘l lor litigio è uno zero, né degno in prova d’arme esser rimesso”.

Lo zero…spaccato che l’insegnante ( diffidente) taglia trasversalmente affinché lo studente lo trasformi in 6, Renato Zero, la mezzanotte, rapare i capelli a zero, il punto di scoppio atomico, la scala centigrada ( Celsius) stabilendo per lo zero il punto di congelamento dell’acqua.

” C’era una volta un povero Zero, tondo come un o tanto buono ma però contava proprio zero e nessuno lo voleva in compagnia…”. ( G. Rodari)

Francesca Valleri