Y-40 THE DEEP JOY: ” LE FORME DELL’ ACQUA”

Il suo nome è ” Y-40 the Deep Joy” e oltre ad essere un luogo apprezzato e amato dagli atleti è anche un vero e proprio teatro subacqueo, dove l’ elemento acqua si trasforma in un vero e proprio palcoscenico, nel quale, tempo, spazio e forza di gravità si annullano a beneficio dello spettatore.

Si trova a Montregotto Terme e ad oggi incarna la piscina di acqua termale più profonda del mondo.

L’ aspetto innovativo e di trasformazione è quello di poter dar forma all’ acqua stessa creando bolle, donando capacità di movimento sinuoso ,modellando tessuti, nonostante la profondità.

E’ un’ eccellenza tutta italiana che porta la firma di un grande appassionato di subacquea nonché architetto: Emanuele Boaretto, che in ” soli” quattro anni è stato in grado di dar voce ad un mondo fin ad oggi silenzioso e ad una costruzione mai realizzata prima , anche se l’ idea risale agli anni ottanta.

La piscina si arricchisce di più di cinquanta metri di percorsi in grotte, con tunnel sotterranei lunghi circa dieci metri.

Uno spazio sommerso nel quale si possono rivivere le stesse identiche sensazioni degli astronauti quando escono dalla capsula o dal modulo orbitale, fluttuando nel vuoto.

Lo spazio qui è sostituito dall’ acqua.

Tutte caratteristiche quelle di Y-40 che le hanno aperto scenari non contemplati, inattesi e inaspettati quali teatro di videoclip musicali ( Gianna Nannini), discoteca subacquea, palcoscenico per spettacoli di danza in apnea, il tutto affiancato ad un laboratorio di ricerca anche per patologie quali il diabete e la sperimentazione per nuove apparecchiature , rappresentando per assenza di correnti, perturbazioni metereologiche e temperature miti , luogo deputato alla ricerca.

Y-40 rappresenta uno spazio creativo che ospita mostre d’arte, sfilate di moda permettendo all’ acqua, elemento meraviglioso e straordinario , di modellare il mondo e la vista con cui può essere percepito.

E se è vero il detto ” Nome est omen” sarà destinata ad imprese epiche come quelle dell’ orologio che porta un nome familiare al suo ” Rolex Deepsea”!

Segnatempo temerario quanto il suo possessore, il luogotenente della Marina statunitense Don Walsh che in compagnia dell’ oceanografico svizzero Jacques Piccard, raggiunsero un record nella storia dell’ esplorazione marina, pilotando il batiscafo Trieste fino al punto più profondo: il ” Challenger Deep” nella Fossa delle Marianne.

Riemerso dalla profondità record di diecimila metri , il Trieste era ancora in perfette condizioni così come l’ orologio fissato all’ esterno del sommergibile e soprannominato ” L’ abitante degli abissi”.

La sinergia fra eccellenze porta sempre a risultati straordinari!

Francesca Valleri