WHITE PEARL
Sailing Yacht A è l’ultimo progetto in campo nautico del designer Philippe Starck; conosciuta con il nome White Pearl, chiamata semplicemente “A” in modo tale da risultare prima anche nei registri. Con i suoi 143 metri rappresenta il record nel settore della vela.
Suscita però pareri contrastanti: c’è chi l’ha definita la barca a vela del futuro, chi l’“anti-barca” per eccellenza. Sicuramente non lascia indifferenti.
È l’imbarcazione dei record: 400 milioni di euro, alta quanto un palazzo di otto piani, vele aperte dalla superficie di un campo da calcio, alberi più alti del Big Ben, larga 25 metri. Tre anni il tempo per la sua realizzazione, affinché il sogno del suo proprietario (un miliardario russo) diventasse realtà.
Può ospitare quattordici passeggeri a bordo in sette cabine di lusso, con un equipaggio di cinquanta persone, dotata di ascensori per spostarsi da un ponte all’altro; è fornita di una zona di osservazione subacquea, che si trova nella chiglia. Gli alberi di “A” sono sopra di cento metri al livello del mare e quello maestro risulta essere di due metri più basso rispetto alla Statua della Libertà. Sulla cima il “nido di corvo”, un locale panoramico.
A bordo di White Pearl, che dispone di una superficie totale di più di tremila metri quadrati, c’è spazio anche per un sottomarino, un eliporto, e tre piscine terminali, una di queste realizzata con pavimento in vetro che permette di guardare al di sotto.
Per la sicurezza, ha vetri a prova di bomba e 40 telecamere a circuito chiuso. Non sarà bella a prima vista, potrà assomigliare ad un ferro da stiro, ma le sue proporzioni in mare lasciano letteralmente senza fiato. Un “mostro” impenetrabile uscito da un film di James Bond (il portellone posteriore, come nel film di 007, serve come scivolo per il bagno e l‘hangar non solo per il ricovero dei tender ma all’occorrenza si trasforma in discoteca). All’interno gli oblò sono completamente integrati nel grigio luccicante dello scafo e la mano di Philippe Starck la si ritrova nel particolare della prua, elegante, essenziale, tagliente.
È stato definito il “natante più stiloso che abbia solcato i mari”, per altri un qualcosa di simile ad un disco volante. Tale primato di bellezza, o oscenità, va alla Germania ed ai suoi cantieri, che hanno potuto rendere reale e tangibile l’idea del designer parigino.
L’interno è l’apoteosi del lusso: lucentezza riflessa da cristalli, pareti argentate e vetri anche in tutta la cabina armadio.
Al di là del suo aspetto fisico, è un’imbarcazione colma di dettagli hi- tech; non ultimo la serratura dell’ingresso, che riconosce solo le impronte digitali, così come la cabina dell’armatore.