PANERAI, L’OROLOGIO CHE HA FATTO LA GUERRA
Sul Ponte Delle Grazie a Firenze nel 1860, Giovanni Panerai aprì una piccola attività di lavorazioni meccaniche e orologeria. Con la scomparsa del fondatore, il nipote prese le redini e dopo svariati traslochi si trasferì nella sede storica in Piazza San Giovanni, di fronte al Battistero (sede attuale).
Così Panerai incominciò a diventare concessionaria dei marchi più esclusivi di orologi. Con una serie di case, per la precisione Rolex, creò un rapporto esclusivo; il suo apporto fu decisivo per la costruzione dei veri e propri Panerai.
La svolta ci fu con l’invenzione del Radiomir, un procedimento che permetteva di rendere autoluminosi i quadranti di strumenti. Era il 1935 e la Regia Marina commissionò a Panerai un orologio tecnico per l’uso estremo in acqua, da dare in dotazione ai palombari.
La prima fornitura, un paio di anni dopo, composta da un numero esiguo di pezzi che montavano un movimento Rolex, fu consegnata al primo gruppo di sommergibilisti. Si trattava di un orologio dal diametro di 47 mm, con cassa a cuscino in acciaio, anse a filo, quadrante con cifre arabe e romane alternate, movimento Rolex cal. 618, su ebauche Cortebert. Minuteria a binario (non luminescente), gli indici scavati nel quadrante e riempiti con la miscela Radiomir. Le lancette sono luminescenti, la corona a vite.
Alle soglie della seconda Guerra Mondiale, si stava delineando il reparto della Flottiglia Mas, corpo di professionisti eccellenti. Gli operatori d’assalto indossavano ai polsi i primi Panerai, calibro 3646. Nel marzo del ‘41 il reparto modifica il nome in “Decima Flottiglia Mas”, a capo il comandante Capitano di Fregata Moccagatta. Al contempo Il 3646 monta la lunetta a dodici lati recante la scritta del fabbricante e compare per la prima volta il quadrante Panerai, come lo conosciamo oggi.
Le redini passano a Borghese. La distribuzione di questo orologio continua, con altre modifiche. Si ridisegnano le anse e la cassa, che assunse la forma attuale di oggi. Nel 1955 sarà la volta della “mezzaluna“ brevettata, che serra la corona di carica contro la cassa.
Il quadrante riportava numeri più grandi, per una questione di leggibilità. Sia indici che numeri vengono incisi per permettere alla sostanza luminescente, alloggiata a livello sottostante, di “emergere”.
Nel corso degli anni, diciamo fra il ’40 e il ’43, il gruppo Decima Mas ha compiuto imprese leggendarie con questi Panerai al polso. Garantivano infatti di superare i 200 mt di tenuta stagna. Dopo la Guerra la decisione di sostituire l’uso del rivestimento Radiomir, ritenuto nocivo e pericoloso, con il trizio.
Probabilmente, la miscela luminescente abbinata alle condizioni di conservazione di questi orologi, ha fatto sì che, alcuni di questi, siano arrivati ai giorni nostri con diverse colorazioni degli indici; dal giallo ocra, al rosso mattone, fino all’arancio. Esiste un’analoga tipologia priva della scritta “Radiomir Panerai“, utilizzata in particolari missioni, per evitare, in caso di cattura, di individuare la nazionalità del catturato. Sempre in quegli anni fu realizzata anche una serie di una cinquantina di pezzi per l’esercito egiziano. L’orologio presentava una lunetta girevole in grado di calcolare i tempi di immersione.
In sostanza, è stata una storia scritta più dalla “Guerra” che dall’orologio, che però è stato l’attore protagonista per il Battaglione della Decima Mas.