La storia del cantiere Wally Yacht Design inizia quando nel 1989, Luca Bassani, decide di vendere l’azienda di famiglia. Per circa mille miliardi delle vecchie lire, diventa uno degli uomini più ricchi del paese, e nell’attesa di decidere cosa fare da grande, si regala una nuova barca a vela; il Wallygator.

Per la famiglia Bassani lo yachting è sempre stato più di una passione, tant’è che Luca, sia nel ruolo di timoniere che in quello di skipper, ha vinto campionati in varie classi.

Wally Yacht Design

Luca Bassani Antivari ha aperto il suo cantiere nel 1994 e da allora anticipa i tempi. Guarda alla barca con occhi diversi da quelli dei suoi “colleghi” ed ha letteralmente stravolto tutti i canoni dello yachting classico.
Ha reso le barche semplicissime, dalle linee nette e pulite sia nella vela che nel motore. E’ il più “ricopiato” in assoluto e a chi glielo fa notare risponde: ”io non ho inventato nulla ……”.

Quando si trattò di “immettersi“ sul mercato erano anni in cui il panorama nautico era fermo e stagnante. Decise così, per realizzare la sua creatura a sua immagine e somiglianza, di affidarsi ad uno dei più quotati designer di allora (fine anni ottanta), che però non riuscì a soddisfarlo in pieno.

Decide di mettersi letteralmente nelle mani di un allora giovane architetto navale, Luca Brenta, che gli propose il primo schizzo di quello che poi sarebbe diventato il Wallygator. Bitte a scomparsa così come le scorte nascoste, trasformando l’ambiente, sicuro anche per i bambini.

Wallygator

L’albero in carbonio manda in pensione tutti gli stralli volanti che rendevano complicate le manovre. I tanti servomeccanismi idraulici rendevano la barca manovrabile anche da una sola persona. Risultato non semplice da ottenere per un oggetto di circa 80 piedi.

Tutto accompagnato dall’amore per lo stile minimalista, raffinato elegante e allo stesso tempo funzionale. Ne sono un esempio la rotaia del fiocco incassata in coperta, finestrature a freccia e il musone dell’ancora a scomparsa.

Una volta in acqua il Wallygator, costruito interamente in carbonio, mantiene ogni promessa, semplice da condurre, comodo sicuro e veloce anche a vela. Da qui in poi il resto è storia: il cantiere vanta tre linee: vela, motore e navette dislocanti. In un mondo tradizionalista come quello della nautica, che ha avuto un’evoluzione nei materiali ma non nei concetti, l’impatto con il Wally è stato uno scoglio … e una fortuna per Luca Brenta.

L’avvocato Agnelli quando vide lo scafo per la prima volta commentò con poche parole: “bella, bella … sembra una mattonella”. Nei primi anni dalla sua uscita veniva considerata una barca con la prua troppo verticale, oggi sembra ancora inclinata in avanti. Veniva ammirata e guardata, ma non copiata!

design stile minimalista

A bordo di questo gioiello si nota cura, attenzione anche per gli spazi interni, dalla “terrazza sul mare” di poppa, al pozzetto centrale, fino a quello di prua, che regala privacy anche in banchina.

A chi gli domanda cosa sia il lusso, Luca Bassani Antivari risponde: “Libertà, soldi e tempo per poterli spendere”.