L’origine dell’aurora polare si trova a 149 milioni di km dalla terra, cioè sul sole. Le aurore polari sono comunemente note come aurora boreale nell’emisfero nord ed aurora australe in quello sud. Scientificamente ritenute speculari l’una all’altra, hanno confermato negli ultimi studi una distribuzione asimmetrica della loro intensità.

aurora polare a 149 milioni di km da terra

Le particelle di energia emesse nelle tempeste solari viaggiano nello spazio e formano il vento solare. Muovendosi ed interagendo con il campo magnetico terrestre, il vento solare lo distorce e crea una sorta di “bolla” simile ad una cometa.

I particolari colori di un’aurora polare dipendono dalla natura dei gas presenti nella ionosfera. Dipendono dal loro stato elettrico e dall’energia delle particelle (protoni e elettroni) che li colpiscono. L’ossigeno atomico è responsabile del colore verde, l’ossigeno molecolare del rosso, mentre l’azoto del blù.

La forma di un’aurora polare è molto varia. Archi e brillanti raggi di luce iniziano a 100 km sopra la superficie terrestre e si estendono per centinaia di km. A volte dopo la mezzanotte l’aurora può prendere una forma a macchie. Ognuna delle macchie spesso lampeggia in un caleidoscopico alternarsi di giallo, verde, blù e a volte anche rosso. 

Questo affascinante fenomeno, incontrando boschi, ghiaccio e distese di neve crea sfumature ed effetti “speciali”. Tra gli osservatori, da segnalare, per l’emisfero nord, il Canada e la Groenlandia, ma in generale tutte le regioni settentrionali oltre il circolo polare artico. Gli eschimesi tramandavano dall’alba dei tempi leggende suggestive sul fenomeno: le luci che scendono sulla terra nei loro giochi di colori sono gli spiriti dei morti che ritornano.

aurora boreale

Secondo un mito “lappone” sono i “fuochi della volpe”, effetti creati dalla coda di una grande volpe che colpendo la neve crea scie colorate nel cielo. Significative anche le testimonianze scritte, vari testi antichi dei greci e romani: manifestazioni di gesta eroiche e/o portatrici di guerre e malattie.

Tacito nelle sue annotazioni sulla Germania riportò la convinzione che le luci del nord fossero le Valchirie che cavalcavano nell’aria (chi lo sa, magari Richard Wagner, nella sua opera sinfonica, ha tratto ispirazione da Tacito). Forse però quella più fascinosa è la credenza degli indiani Algonquin: il Creatore dopo aver dato vita alla terra si è trasferito nel profondo nord, dove tuttora accende fuochi per ricordare il suo amore eterno.