UNA TERRAZZA SULL’ INFINITO!

La ” Divina Costa” è un luogo incantevole accarezzato dalle mille nuance di blu del mare e dalle miriadi di sfumature pastello dei borghi che la animano: Costiera Amalfitana meta incontrastata di grandi artisti: Ava Gardner, Italo Calvino, Moravia, Wagner che proprio qui ebbe l’ ispirazione per ambientare il secondo atto di uno dei suoi capolavori.

Il nucleo è Amalfi con il suo campanile arabo-normanno che svetta dal duomo di Sant’Andrea, a seguire la modaiola Positano, Vietri sul Mare che si colora delle sue ceramiche e il classico paesino da cartolina decantato da Boccaccio nel suo Decamerone: Ravello , perla di charme e di eleganza.

Piccolo borgo nel quale si respira poesia, calma e serenità, un ” luogo dell’ anima”.

” Cime di monti fino a toccar le nuvole ed un mare ai nostri piedi sempre più azzurro”.

Dal ‘ 96, con le sue viuzze, palazzi e dimore storiche, insieme a tutta la costiera, fa parte del Patrimonio Mondiale dell’ Umanità ma prima che arrivasse la notorietà e i turisti, Ravellum, era un centro politico e commerciale confederato con Amalfi; era il tempo delle Repubbliche Marinare e delle famiglie dei mercanti ravellesi che riuscirono ad ottenere il monopolio delle rotte commerciali con la Sicilia e la Puglia.

Alla diffusione dell’ immagine di Ravello contribuì anche l’ arrivo di numerosi registi desiderosi di ambientare le proprie pellicole in questo angolo di Eden , dove i paesaggi erano naturali e genuini e dove non necessitavano scenografie artificiali e orpelli.

E’ del ’53 il film il ” Tesoro dell’ Africa” che coinvolgeva un cast di divi hollywoodiani.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ravello balzò agli onori della cronaca per essere stata il luogo in cui il re Vittorio Emanuele, in fuga da Roma a Brindisi, firmò il passaggio della luogotenenza in favore del figlio Umberto.

Villa Cimbrone è lo scrigno che in qualche ettaro racchiude tutta l’ apoteosi della bellezza; è composta dall’ antico edificio principale e da un parco secolare che si estende a perdita d’ occhio, rappresentando l’ impronta più importante che la cultura romantica, paesaggistica e botanica anglosassone abbia generato nell’ area mediterranea, riscoperto e riportato in vita dalla visione di E. William Beckett , che dopo aver acquistato il terreno intorno ai primi del novecento, trasformò la villa in un luogo straordinario difficilmente descrivibile a parole.

E’ situato nel centro storico di Ravello , il gioiello del comune e conserva secoli di storia della Repubblica di Amalfi, racchiude gelosamente leggende e opere d’ arte.

Alla nota balconata adorna di mezzi busti settecenteschi marmorei, si giunge percorrendo il ” Viale dell’ Immenso”, coperto da un fitto pergolato di Wisteria, varietà di glicine e affiancato da siepi, pini e platani.

Al termine di questa passerella profumata si appoggiano i piedi sul “terrazzo dell’ infinito”, balcone naturale sulla variegata e multicolore costa d’ Amalfi.

Un terrazzo sospeso a quattrocento metri che permette di godere di un panorama incredibile, sia verso la montagna sia verso il mare; la vista copre dalla costa cilentana fino a quella amalfitana.

Poche parole… la vista mozzafiato , il mare incontra l’ azzurro dell’ orizzonte a tal punto da perdere l’ inizio di uno e la fine dell’ altro, i due elementi, acqua-aria si fondono regalando l’ immaterialità e lasciandoci godere di simile spettacolo naturale fino a perderci in quel blu che abbraccia e conforta.

Al di sotto, per un vialetto scosceso la vista si spalanca su Poggio Mercurio , messaggero alato degli dei, dove ” riposa” in bella vista l’ Ermes.

Una scaletta ricoperta da un pergolato di glicine azzurro , introduce al terrazzo della rose, un’ intera balaustra dal profumo inebriante, cassaforte di specie di rose ad oggi quasi del tutto scomparse.

” Ravello è più vicina al cielo di quanto non sia lontana dalla riva del mare”, così lo scrittore André Gide descrive questa sorta di ” Machu Picchu” salernitana in cui ambientò il suo romanzo ” L’ Immoraliste”.