MOVIE ICONS: MCQUEEN!

Pochi anni prima di diventare attore, Steve McQueen , era un delinquente giovanile.

Prima di diventare una stella del cinema, cambiava gli asciugami in un bordello.

Pochi anni prima di avere ingaggi da tre milioni di dollari, correva in moto durante i fine settimana per aggiudicarsi il premio in denaro.

La vita di McQueen è colma di contraddizioni; devoto ma senza fede, leale fino all’ estremo ma inesorabilmente paranoico, figlio illegittimo in cerca di un riconoscimento paterno, adultero seriale, collezionava donne per colmare il vuoto lasciato da colei che messo al mondo lo abbandonò .

” Non ho avuto un padre, non devo essere stato tanto buono, così uno va fuori e cerca di mettersi alla prova”.

Qualcuno afferma che non fosse particolarmente affascinante, sicuramente irriverente e invidioso del successo altrui tanto da urinare per sfregio sotto la casa di James Garner.

Sposato tre volte, tradiva in maniera impulsiva le proprie compagne; geloso e possessivo, ruppe il matrimonio con sua moglie Neile dopo averla costretta a confessare un tradimento con un attore rivale.

Terrorizzato da perdere fama e denari, possedeva un fascino aspro annacquato da altrettanti aspetti oscuri; ha vissuto a folle ” velocità” , innamorato di auto e moto sportive, femmine, droghe e alcol.

” Voglio una vita spericolata come quella di Steve McQueen” reclamava Vasco Rossi e probabilmente ci aveva visto lungo!

Uno sguardo dolce abbinato ad un personaggio duro, spesso sbirro, pistolero o comunque al confine fra legge e illegalità, sono fra i tratti primari dietro al suo successo; l’ idea che si possa avere una vita dura e una bella faccia è sempre una carta vincente sullo schermo.

La sua vera grande interpretazione resta quella del pistolero ne ” I magnifici sette”; un western indimenticabile, nel quale una manciata di cowboy decide , per un pugno di dollari di difendere un villaggio al confine fra Messico e Stati Uniti.

Nel ‘ 68 è la volta di ” Bullitt” dove interpreta il ruolo di un tenente della squadra omicidi, incaricato da un politicante di proteggere un mafioso intenzionato a testimoniare contro Casa Nostra.

Attore formatosi con metodo, purtuttavia alieno a qualsiasi sistema, ridusse gradualmente tutte le pretese permeando i suoi personaggi di una vitalità che non derivava mai da ciò che diceva o da come appariva ma dal modo in cui lo faceva.

Le sue interpretazioni erano al tempo stesso spontanee e potenti, grezze e complesse.

McQueen possedeva il dono di colpire gli spettatori televisivi, la platea di un cinema, in definitiva chiunque lo guardasse.

Persino al culmine della sua fama , oltre che sulle copertine delle riviste, era facile vederlo di sfuggita seduto su uno sgabello di un bar qualunque o in coda per ricevere il sussidio di disoccupazione: la percezione del pubblico nei suoi confronti era che fosse non soltanto cool ma anche genuinamente autentico.

Sullo schermo era ardito senza spavalderia , altero senza astio, dolcemente sensuale ma non mellifluo.

Portò a un altro rango l’ essere di tendenza, elevando allo stesso tempo anche il livello degli ingaggi di Hollywood; il denaro significava libertà non ricchezza.

Tuttavia la sua storia non è affatto finita.

A quarant’ anni dalla sua scomparsa è ancora una celebrità, vende sofisticati orologi sportivi, scarpe da pilota e persino slot machine; ci sono murales alti sei metri e pupazzetti che lo rappresentano, testimonial della Ford Mustang, McQueen è stato resuscitato digitalmente e messo alla guida e simbolo del ” maschio assoluto” per una nota marca di alcolici.

“Non so se sono un attore che gareggia o un corridore che recita”,

Francesca Valleri