UN CAFFE’ E UN CORNETTO

Caffè nero da asporto e croissant per la colazione più iconica della storia del cinema, ovviamente quella di Tiffany!

All’ alba, sul marciapiede della Fifth Avenue, in tubino Givenchy, fili di perle e occhiali scuri, Audrey Hepburn trova il suo posto nel mondo, quel rifugio ideale per quando le prendono le paturnie; fra le mani una brioche, in sottofondo le note di una canzona epocale scritta per lei, ” Moon River”.

Zucchero, latte, farina, bandite uova e qualsiasi tipo di farcitura, comprese creme e marmellate, le variazioni al tema concesse dalle ” bibbie gastronomiche” prevedono mandorle e per la forma triangolare sono ammesse tre pieghe da tre; per quanto riguarda l’ elemento principe il burro, è obbligatoria l’ abbondanza ovvero andare a sentimento come se non ci fosse un domani!

Il panetto l’ artefice di croccantezza, alveolatura interna e quell’ odore caldo, avvolgente, consolatorio.

Il tranello è che a dispetto di quello che si potrebbe pensare, tale bontà non è francese, di francese non ha proprio niente!…se non la sfoglia.

Affonda nella cultura austriaca, i racconti popolari insistono sul fatto che sia stato creato ad hoc per festeggiare l’ eroica impresa dei fornai viennesi, che svegli in piena notte per lavorare, lanciarono l’ allarme dell’ assedio da parte delle truppe ottomane alla città.

Sconfitti i turchi, gli austriaci vollero onorare la vittoria con un dolce che richiamasse l’ impero ottomano; la mezzaluna, ” croissant”, letteralmente ” crescente”.

Seppur orfano di radici dall’ allure parigino, a Le 2 Moulins, brasserie di Pigalle, una certa Amélie Poulain, fra una colazione e un’ altra fa innamorare una sua collega rassegnata alla solitudine, diffonde le frasi del suo amico Hipolito, e incontra Nino, l’ unico amore possibile nel ” Fantastico mondo di Amélie”; per loro una colazione galeotta.

Frutta fresca, yogurt, cereali, fette biscottate, caffè lungo e croissant, il sognante risveglio di Vivian Ward, la cenerentola degli anni novanta che dai marciapiedi di Hollywood si ritrova nel lussuoso attico di Edward Lewis: ” non avendo idea di cosa ti piacesse ho ordinato tutto quello che c’ era sul menù” ( Pretty woman), quale gesto di delicatezza, un tendersi la mano per conoscersi, trovare un punto di incontro e dare inizio a una delle più leggendarie storie d’ amore.

Esiste un legame a doppio filo fra la settima arte e il cibo di tipo sensoriale ed emotivo, parlando entrambi con l’ Uomo, trasformando la tavola in attore principale e testimone oculare del più grande cambiamento di abitudini, talvolta metafora di intrecci sessuali e intrigo, altre dell’ esistenza stessa, tratteggiando un identikit caratteriale dei personaggi stessi: ” dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”. ( J. A. Brillant Soverian)

In questo senso, in un film diventato leggenda come ” Pulp Fiction”, nella parte finale della pellicola, il primo pasto della giornata diventa il fulcro della scena.

Un’uscita fuori ” arte” meritano i due croissant e la piena luce dell’ alba anche per Proust, insieme a latte e caffè , nel libro di memorie di Celeste Albaret, la sua personale governante.

Vittima di questa golosa abitudine anche Renoir, desideroso di immortalare i suoi amici in un momento di relax dopo una lunga giornata di allenamento da alla luce ” La colazione dei canottieri”; tre uomini, cinque donne, piatti, bicchieri, vino, frutta , pane, formaggio e croissants.

Questa mezzaluna, che gli inglesi volevano raddrizzare, è iconica, rara, esclusiva come un’ edizione limitata di un paio di sneakers o una borsa di lusso, solo che invece di indossarla si mangia!

” Per un superbo croissant vale la pena aspettare una vita”. ( detto francese)

Francesca Valleri