” TREMATE…SONO TORNATE”

Termine declinato al maschile e femminile, sono da sempre considerate capaci di fare incantesimi, ammaliare, soggiogare chiunque abbiamo intorno.
” Stregare” , con doppia valenza, ” sottoporre a influsso malefico con magie” oppure in senso figurativo ” attrarre irresistibilmente”.
” Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle”. (Voltaire)
Praticavano la magia nera avendo stretto un patto con il demonio.
L’iconografia sovente le ha immaginate gobbe, brutte, cattive e pure vecchie a cavallo di una scopa, processate e torturate; Angele de la Barthe giustiziata dopo essere stata accusata di aver concepito con Satana, un ibrido demoniaco mezzo uomo, lupo e serpente che si nutriva solo di neonati.
” Chiunque è così stupido e folle da credere a storie tanto fantasiose è da considerarsi un infedele…pur volando con lo spirito e l’immaginazione queste streghe sono ugualmente colpevoli, come se lo avessero fatto in carne e ossa”.
Si racconta che esista un marchio che le rende riconoscibili, talmente riconoscibili che gli stessi inquisitori lo consideravano un segno, inequivocabile, di stregoneria: un neo, “L’occhio del diavolo” situato all’interno della coscia, in prossimità dei genitali, fra la piega della prima e il pube.
Talune non osavano spengere le candele con un soffio perché il gesto risultava un atto di grande mancanza di rispetto nei confronti dell’elemento più potente in natura, il fuoco, altre si racconta succhiassero il sangue dei bambini dalla culla ( strega dal latino uccello notturno), altre ancora trasformavano i marinai in porci, la Maga Circe.
Ci sono quelle ” Ignoranti” e poca fa la differenza se con o senza un paio di ali, in tema di magia, di fronte all’energia che sono in grado di spargere.
E’ come se spargessero una polverina colorata sopra la testa di tutti coloro che hanno intorno, contagiano e ci colorano, ” semplicemente” con la loro essenza ed energia.
Impossibile ingannare l’anima.
Complesso spiegarlo, di certo le si riconoscono, si avvertono, si sentono.
Quelle di Ozptek che vivono alla scoperto, con contezza dei sentimenti espressi e vissuti, che indossano serenamente le loro contraddizioni e che ignorarono le stategie.
” Quelle che incontriamo e non riconosciamo…sono ignoranti, esplicite, anche pesanti a volte…spesso delle fate perché capaci di compiere il miracolo di travolgerci, costringendoci a dare una svolta alla nostra vita…”oltre quella piccola scatola dentro la quale vorremmo farci stare tutto in nostro mondo, senza sapere che in questo modo perderemmo davvero tanto.
Osano, accettano la loro personale ” dislocazione”, per trovare posto sulla propria ” terrazza”.
” La fata ignorante” scuote, lascia un segno più o meno profondo dal quale non torniamo indietro, modifica un sentire e pure una visione.
” Alea iacta est”.
” Il senso dell’impossibile” amava definirlo Magritte, quel volto di donna, neutro ma indiscutibilmente bello, incorniciato dal cielo, un drappo e una candela che mette in ombra la metà del viso, dichiarando l’amore per l’ignoto, la sua ricerca racchiusa in un’urgenza incontenibile.

Monito e promemoria alla libertà, la possibilità di scegliere e di essere sganciato dalla logica dell’obbligo.
La magia nasce ” ignorante”, un privilegio ancestrale con il quale l’uomo è stato dotato in principio quale mezzo per la sopravvivenza compiuta con piccoli esperimenti fatti di grandi errori e trionfi.
” Ci si deve fidare di una fata ignorante”, l’istinto batterà sempre la dottrina e ” la verità non potrà più nascondersi”.
” E se nel cammino della tua vita incontrerai una strega, probabilmente non la comprenderai…ama il silenzio, le stelle e senza alcuna ragione canterà una poesia, riderà dei drammi e piangerà con i fiori. Vedrà nei tuoi occhi la bellezza che hai sempre temuto, il tuo potere e le tue sofferenze…”.
