“SII ERETICO”
Da sempre significa ” scelta”, per secoli correlata a ” errore”, impiegata nell’ ambito religioso, non solo cristiano, per circoscrivere chi si opponeva alla ” verità rivelata”, per Don Ciotti ” eretico è chi ha il coraggio di avere più coraggio”.
” Eresia” è figlia di ” haires”, ” scelta” e nasce priva di una tempestiva accezione positiva o negativa ( come la maggioranza delle parole).
Per la Chiesa assume un significato di scarto, ovvero tutte quelle direzioni di pensiero che esulavano e esulano dalle interpretazioni ufficiali; i Farisei negli Atti degli apostoli.
Eresia binomio con Diavolo, prototipo del Male, tentatore di Adamo ed Eva, dello stesso Cristo nel deserto; eretici, ministri del demonio, compagni di ogni depravazione e pratica ( anche sessuale).
Ecco giungere l’ Inquisizione e il resto è storia come quella narrata da Dante, dove nella Città di Dite, giacevano in sepolcri infuocati le anime di coloro che si macchiarono di eresia; lasciando le tombe scoperte, i gemiti dei dolori liberi di disperdersi e come contrappasso il perire continuo.
E così in vita Farinata degli Uberti insieme alla moglie furono sottoposti a processo, le ossa gettate in Arno e i figli decapitati mentre nell’ Inferno dantesco, appellato con il nome di “Conte” raccomandato da Virgilio poiché uomo coraggioso, è stato riabilitato ad individuo fedele ai propri principi, in grado di amare Firenze a volto scoperto, ricevendo in cambio disprezzo e persecuzione.
La sua ” personale” eterna pena nell’ aldilà, l’ incapacità dei fiorentini di riconoscerlo come salvatore della città.
Eresia è stata sdoganata e riabilitata, (in “età moderna”) per merito di Don Ciotti: ” Vi auguro di essere eretici…vi auguro l’ eresia dei fatti prima che delle parole, l’ eresia che sta nell’ etica prima che nei discorsi…eretico è colui che non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, approfondisce…”.
Un appello alla propria spina dorsale e al coraggio di scegliere verità e sponde scomode.
E così che l’ eresia ha abbandonato il suo concetto religioso ancestrale, rompendo gli argini, esondando ogni aspetto , da quello politico a quello intellettuale, identificando come eretici tutti coloro che esulano da un pensiero ” istituzionalizzato; paradossalmente, oggi potrebbe essere affrancato con questo termine anche un qualunque capo di stato che volesse incontrare Putin ” per comprendere le sue ragioni”.
Dio benedica gli eretici!
Cominciando da De André e la sua ” Buona novella” che nel clima infuocato del ‘ 68, vide nella figura di Gesù il prototipo del rivoluzionario, ammirato prima di tutto per le sue qualità umane; in sostanza l’ allegoria del Cristo rivoluzionario, la protesta di un uomo che sfidò il potere e morì in nome del suo ideale.
Oriana Fallaci, con la sua sigaretta tra le dita, testimone del XX secolo e dei suoi cambiamenti, orgogliosa, testarda, libera e spavalda; una sorta di Mastro Cecco che sfidò Dante, decisa a battersi a colpi di inchiostro, per la difesa, a spada tratta , dei suoi valori e principi.
Lei che eretica lo è stata per tutta la vita; acceleratore sano di sarcasmo, restia nei confronti di ogni pietismo, ha dissacrato gli eroi e analizzato in egual misura le ragioni di vittime e carnefici.
” Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità”.
Dissidenti, sfacciati, provocatori, audaci, alla ricerca anche di limiti linguistici, decostruendo le posizioni comode, hanno pagato la loro ” indipendenza” con l’ isolamento, l’ esclusione e in casi estremi con la vita stessa.
” Non cercate di prendere i poeti perché vi scapperanno dalle dita” : così Alda Merini, poeta al maschile come amava essere chiamata, la donna della guerra, dell’ amore e del manicomio, interpreta la libertà di un pensiero in collisione con il sentire comune.
Dunque, sarebbe opportuno fare un brindisi a tutte queste ” pecore nere” del passato e del futuro, con un calice a tulipano e due dita di Wisky, ovviamente ” Eretico”, ovviamente italiano, dal colore giallo intenso…Prosit!