SHAH MAT…SCACCO MATTO!

La regina è tra i pezzi più forti avendo una grande libertà di movimento.

Una volta però non esisteva; in origine, al suo posto, si trovava un altro uomo detto generale o consigliere.

La donna ha fatto la sua prima comparsa, fra gli scacchi, intorno all’ anno Mille in Occidente e dal Quattrocento in poi, ha iniziato ad acquisire sempre più potere nel gioco.

Non è l’ unica però ad essere cambiata; le pedine , nei secoli , hanno mutato il modo di muoversi ed alcune anche il nome , come l’ elefante tramutato in alfiere.

Sessantaquattro caselle tutte del medesimo colore e sedici pezzi per parte , il ” Chaturanga” nato in India nel VI secolo, simile almeno nella struttura ai nostri scacchi moderni; da qui direzione Persia poi Arabia e infine l’ Europa.

Se l’ origine rimane un mistero , molteplici le leggende.

Una della più famose narra che un re indiano , per ringraziare il bramino per aver inventato gli scacchi , gli domandò cosa volesse in premio; il monaco rispose ” mi basta che tu metta un chicco di riso sul primo quadrato della scacchiera, due sul secondo, quattro sul terzo e così via…”

Al re sembrò una richiesta modesta; facendo poi due calcoli comprese che i chicchi richiesti erano una cifra ragguardevole, diciotto miliardi, secoli di raccolti.

L’ insegnamento del bramino al re , non essere imprudente.

In Occidente il gioco si diffuse rapidamente fra sovrani e nobili; Carlo Magno un abile scacchista insieme a Giovanni De’ Medici, Ludovico il Moro e Napoleone, che a dispetto delle sue capacità da stratega in guerra, a scacchi pare non fosse un genio.

Ancora oggi vi è un’apertura di gioco a lui attribuita e poco usata.

Se l’ origine è incerta, palese il loro significato.

Rappresentano la guerra e le pedine le quattro parti dell’ esercito dell’ epoca; carri, elefanti , cavalieri e fanti.

Come in battaglia , nel gioco bisogna adottare una strategia per proteggere il re , anticipando le mosse dell’ avversario e quando uno dei due cattura il ” re” dell’ altro giocatore …” scacco matto” per assonanza con il persiano ” Shah Mat” , il re è morto.

Probabilmente, anche per questo aspetto è sempre stato considerato un gioco maschile e la pedina della regina, che oggi si trova accanto a quella del re, in origine non esisteva; era impensabile nella cultura araba e orientale immaginare che una donna avesse un ruolo nella guerra.

Russi e statunitensi , in piena guerra fredda usarono gli scacchi per mostrare i ” muscoli” al mondo.

Vere e proprie opere d’ arte sono le pedine ritrovate nel 1831 sull’ isola di Lewis; le settantotto piccole sculture, rifinite in ogni minimo dettaglio , il re seduto con la spada poggiata sulle gambe , la regina con una mano sul volto in atteggiamento di attesa, furono commissionate da alcune ricche famiglie che volevano ostentare il loro status superiore.

Realizzate con materiale estratto dalle zanne di tricheco o da ossa di balena, non erano bianche e nere come quelle odierne ma rosse e bianche che con il trascorrere del tempo sono virate sull’ avorio.

” Fu la scacchiera a colpirmi: esiste tutto un mondo in quelle sessantaquattro case, mi sento sicura, posso controllarlo, posso dominarlo ed è prevedibile. So che se mi faccio male è solo colpa mia”.

Queste le parole di Beth Harmon, la protagonista della serie televisiva ” The Queen’s Gambit”, La regina degli scacchi, che ha avuto il merito di creare un’ impennata di vendite di scacchiere.

Bambina prodigio, solitaria , ben diversa dalle altre che padroneggia molto presto i segreti del gioco molto meno quelli del mondo.

Così gli scacchi , disciplina ancorata a comportamenti inderogabili diventano un ” pretesto” per rilanciare la necessità di giuste mosse , per confrontarsi con correttezza, per osservare l’ altro e capirne le intenzioni con l’ empatia e la necessaria stima e correttezza.

Francesca Valleri