ESTENSIONI CROMATICHE

Colore, da definizione : ” Sostanza naturale o artificiale da cui si applica uno strato per tingire o dipingere”.

E’ un elemento imprescindibile per la vita umana; attraverso esso i sensi apprendono la realtà.

Il fenomeno dei colori ha affascinato l’ uomo da sempre ed è stato sfruttato fin dalla preistora.

Nella comunicazione visiva l’ umanità ne ha fatto un largo uso , ricercando e individuando costantemente, nel tempo, le migliori tonalità e sfumature cromatiche.

Per secoli gli artisti hanno giocato con i pigmenti per produrre colori fino al punto tale che alcuni sono diventati emblematici.

Un esempio per tutti, il ” verde” dello spagnolo Velasquez.

In quel periodo, dove la paesaggistica era in voga tra gli artisti, questi si cimentavano nel creare colori più naturali e reali possibili; il pittore iberico, non riuscendo a trovare il ” suo” , lo creò con una miscela del tutto particolare, azzurrite e ocra gialla.

Ma prima di quel momento e di quel riscatto, il verde ha avuto una storia difficile, tormentata , al limite della legalità.

Intorno alla seconda metà del milletrecento quando a quei tempi, in Europa, vigevano leggi specifiche nella regolamentazione circa le attività artigianali.

In pratica, chi tingeva di blu, non poteva farlo di giallo.

Il titolare di una piccola tintoria, un certo signor Hans Tollner, venne trovato in possesso di alcune vasche color giallo-ocra; egli faceva commercio di lana verde.

Colorava con due sostanze per ottenere una terza tinta finale.

Consuetudine e prassi regolare per i tempi di oggi.

Illegale per quell’ epoca.

Anche il color malva porta con se una storia del tutto singolare e un primato esclusivo; in assoluto il primo colore artificiale della storia, la prima tinta sintetica.

Tutto è riconducibile a Perkin, un londinese dal talento spiccato per le scienze , che si dedicò senza indugio alla chimica e alla sperimentazione anche di nuovi metodi di lavoro.

Gli elementi principali erano ormai noti; tanti ce n’ erano ancora però da evidenziare e scoprire.

I processi fisici erano allo studio.

Proprio durante un esperimento nel suo laboratorio, utilizzando alcol e anilina e ossidando quest’ultima , dette vita ad una sostanza altamente colorante, un viola brillante.

Si passò alla produzione con il nome ” mauverine” e successivamente alla domanda di brevetto.

Fu proprio la regina Vittoria a sancire il passaggio epocale di questo colore presentandosi al matrimonio della figlia di malva vestita; in quel preciso istante aveva innescato il boom di tale tinta nella moda.

Il viola rappresenta anche il colore che precede la Pasqua , scelto dal clero per il suo intenso valore spirituale e di ascensione al divino.

Trattandosi di una tonalità rara, fu sempre riservato agli imperatori, talvolta concesso per il manto della madonna.

E’ familiare con il lutto, sdoganato in epoca vittoriana ed associato al fiore dell’ eliotropio, devozione e fedeltà, concesso alle vedove.

Il riscatto e la rivalsa democratica lo ebbe con gli impressionisti che attraverso i loro tocchi di vernice , per lo più di colore puro e non mescolato, erano in grado di ” colorare” le ombre.

Diceva Renoir: ” Le ombre non sono nere, nessuna ombra è nera; hanno sempre un colore e la natura conosce solo colori. Bianco e nero non sono colori”.

E van Gogh concordava!

Francesca Valleri