“SELENOFILIA”

Secondo Fossati potrebbe essere l’allegoria di un amore in metamorfosi, misterioso e suggestivo, come la luna che modifica il proprio aspetto ogni notte nella sua ” Lunaspina”,un grido di disperazione per la scomparsa di una persona amata per Loredana Bertè, una speranza condita di attesa e di quel bene necessario per proseguire una storia d’amore quella di ” Diamanti” interpretata da Mina, colonna sonora di un matrimonio mal visto dal padre quella di Goldoni, una ” Casta diva” per Bellini.
Selene è evocatrice di stati d’animo, metafora di condizioni sentimentali, momenti di felicità amorosa paragonabili a un viaggio verso l’altrove o una passeggiata in assenza di gravità, una ” Signora” carica di responsabilità ( o un Signore, il Dio Sin, secondo la mitologia babilonese), dalle maree ai cambiamenti ciclici, bella, pallida, misteriosa, testimone delle emozioni terrene: ” O graziosa luna, io mi rammento che, or volger l’anno sovra questo colle io venia pien d’angoscia a rimirarti: e tu pendevi allor su quella selva siccome or fai, che tutta la rischiari”. ( G. Leopardi)

C’è stato un tempo, circa sei mila anni fa, che il volto della luna era così scuro e cupo che a nessuno piaceva guardarla a tal punto che lei stessa un giorno si lamentò a cuore aperto con le stelle e i fiori; ” …Vorrei essere o una stella, anche piccolina, così che gli astronomi si prenderebbero cura di me o un fiore dentro un giardino dove passeggiano tante ragazze che mi indosserebbero fra i capelli…pure nel deserto dove non mi vede nessuno ma almeno gli uccelli verrebbero a cantarmi dolci canzoni”.
La guardarono e le prime le dissero che non erano in grado di porgerle aiuto, ” siamo nate qui, non possiamo allontanarci, di giorno lavoriamo e la sera brilliamo per rendere più avvenente il cielo”.
Anche i fiori poco potettero fare per la luna, ” viviamo in un giardino splendido vicino alla fanciulla più bella del mondo, si chiama Tseh-n’io, proveremo a parlarle di te”.
Selene, ogni sera, si affacciava di nascosto per andare a osservare quella creatura così incantevole e con coraggio le chiese quale fosse il segreto o cosa facesse per essere così meravigliosa.
” Ho sempre vissuto con coloro che erano gentili e felici e credo che questa sia la causa della mia bellezza”.
Un giorno la ragazza chiese il permesso alla madre di poter raggiungere la Luna e vivere eternamente con lei; non giunse mai risposta e dopo un anno nessuno la vide far ritorno.
Da quel momento si racconta che Selene sia diventata come Tseh-n’io che una volta era la più bella fra le fanciulle terrestri.
” Tintarella di luna…tutta notte stai sul tetto, sopra il tetto come i gatti…” ; un inno alla mutevolezza quale perfetta incarnazione di Selene tant’è che ” io giuro il mio amore sulla luna”, Giulietta ” non giurare sulla luna, questa incostante che muta faccia ogni mese, nel suo rotondo andare”.
