“SE FOSSI UN ANGELO”

” Se io fossi un angelo chissà cosa farei. Alto, biondo, invisibile che bello che sarei e che coraggio avrei…” ( L. Dalla)…una dedica all’umanità.
” Anghelos”, il ” messaggero” è un dogma di fede e rientra nella gerarchia celeste; le Sacre Scritture suggeriscono, più volte, che questa creatura possa godere della visione del volto di Dio.
L’esistenza o meno degli angeli è un argomento fascinoso che si porta dietro tutta una serie di domande e riflessioni, in ultimo la veridicità o meno di una qualche religione o testo sacro nell’ammettere la loro esistenza; seducente come l’angelo caduto, il cherubino dalla bellezza e saggezza ineguagliabili che fu espulso dal paradiso insieme agli altri ribelli, Lucifero, ” portatore di luce”.
” Tu eri modello di perfezione, pieno di sapienza, perfetto in bellezza. Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa; io ti posi sul monte santo di Dio, e camminavi in mezzo a pietre di fuoco…”.
San Tommaso era certo ( teologicamente) che fossero stati, tutti, creati in perfezione naturale e quelli ” cattivi” non lo erano per essenza bensì lo erano diventati attraverso l’uso distorto della loro libera volontà.
” ( Al processo interrogata circa le visite degli angeli) Vengono spesso tra gli uomini senza che nessuno li veda; io stessa li ho visti molte volte in mezzo alla gente.” ( Santa Giovanna D’Arco)
L’ angelo è per ” nascita” uno spirito puro dall’intelligenza genuina e i suoi poteri sono da ricercare nell’intelletto e nella volontà.
Non esiste civiltà o tradizione religiosa che non ne parli o non ne dia testimonianza; Socrate e il suo ” Daemon”, la voce interiore, quella guida che assiste e illumina, analoga, per certi aspetti, all’ ” angelo custode” cristiano, il quale induce l’intelletto a riflettere e ad operare una scelta ponderata.
Così Platone, Plutarco, Apuleio e le successive speculazioni fanno approdare ad un leggiadro giovinetto con cornucopia e scodella nella mano destra, spiga e papavero in quella di sinistra, talora anche con aspetto di serpente simbolo di rigenerazione, incarnazione del potere fecondante della terra; ” Agathos Daimon”, il demone buono.

Con Dante avviene la restituzione di tale immagine attraverso ser Brunetto che lo sprona a lasciarsi coinvolgere e pervadere dalle forze genuine che lo abitano.
Tale consiglio oggi suonerebbe come una mastodontica castroneria da iscrivere al fascicolo ” atti eroici”, tempi in cui la virtù è sinonimo di difetto per cui liberare le proprie potenzialità presuppone una forza d’animo singolare.
Non che un tempo fosse facile la questione, ” prima della nascita, l’anima di ciascuno di noi sceglie un’immagine che poi uniremo sulla terra e riceve un compagno, un daimon….” ( Platone) ma sostanzialmente oggi si è alzato il prezzo da pagare.
In questo manicomio cosmico ” se io fossi un angelo non starei mai nelle processioni, nelle scatole dei presepi….parlerei con Dio, gli ubbidirei a modo mio….io so che gli angeli sono milioni di milioni e non li vedi nei cieli ma tra gli uomini…”.
