IL BASILISCO: CHI E’ QUEL MOSTRO?

E’ capitato a chiunque domandarsi il significato di alcuni simboli presenti in storia dell’ arte e chiedersi a cosa stessero pensando nel Medioevo per inventarsi un mostro come il basilisco!

La mitologia è piena di creature fantastiche, unicorni, minotauri, sirene; la fervida creatività umana capace di assemblare elementi naturali tramite ignoranza, stupore e suggestione.

A scanso di equivoci non è quello di Harry Potter!|

E’ traducibile in un banale serpente gigante ispirato dal testo greco dei ” Theriarca” dove si riscontra il primo accenno a questa creatura mitologica come al ” re dei serpenti”, dal greco ” basiliskos”.

Presenti negli stemmi medioevali in qualità di rappresentante della potenza e dell’eternità del casato stesso, in Piemonte era il re Biss, in Veneto la Bissa Galeta, in Toscana il Serpente Regolo.

” Noli me tangere” oltre ad essere la frase che Gesù rivolse a Maria ( Vangelo Secondo Giovanni) è anche il motto leggibile sulla stemma della città di Lauria che raffigura un basilisco aggrappato ad una pianta di alloro.

Negli scritti di Plinio il Vecchio questa creatura avrebbe avuto scarse dimensioni ma sarebbe stata dotata di un potere tale da renderlo quasi immortale, lo sguardo capace di incenerire chiunque lo incrociasse compreso i vegetali, in grado di avvizzirsi e seccare; ecco perché si riteneva vivesse nei deserti creati da lui stesso.

Isidoro di Siviglia affermava che tale bestia governasse sulle altre serpi terrorizzandole con i suoi poteri e che in virtù del suo status regale fosse riconoscibile per una macchia bianca sulla testa simile ad un diadema.

Con il passare del tempo e grazie al moltiplicarsi di storie, le sue capacità letali continuarono ad aumentare comprendendo l’ abilità di sputare fiamme, pietrificare con lo sguardo e di uccidere con il solo suono della voce, oltre alle sue sempre crescenti dimensioni e capacità alchemiche; ma il basilisco possedeva anche i suoi talloni d’ Achille quali le donnole, in grado di ucciderlo, il canto del gallo e gli specchi, poiché, riflettendo l’ immagine rendevano letale lo sguardo anche per se stesso.

Chi colpiva simile mostro ed entrava in contatto con il suo sangue velenoso, andava incontro a morte certa.

A partire proprio dall’ età medioevale, la figura di questo mostro ha subito delle ” inqualificabili” trasformazioni che gli hanno regalato delle fattezze ibride fra un gallo e un serpente.

La narrazione vuole che sia nato da un uovo di gallo covato per sette lunghi anni da un rospo, la fantasia gli regala lo sguardo che pietrifica, la personificazione del male il corpo di uccello e la coda di un serpente.

Questa nuova iconografia diffusa a partire dai testi dei bestiari dipende dalle diverse teorie riguardanti proprio la sua genesi.

Anche Leonardo da Vinci incluse un basilisco nel suo Bestiario; curiosità è il modo in cui la donnola lo uccise ovvero ” Questa bestia trovando la tana del basilisco lo uccide con l’odore della sua urina e questo odore infatti uccide spesso la donnola stessa”.

E’ stato ipotizzato che le radici si possano riscontrare da un passo della Bibbia:” dischiudono uova di serpenti velenosi, tessono tele di ragno; chi mangia quelle uova morirà e dall’ uovo schiacciato esce un basilisco”.

Non ci sono certezze accurate che la fonte primaria sia esattamente questa ma in epoca medioevale la teoria della nascita dall’ uovo covato da un gallo viene data per veritiera e non appare poi molto strano che a deporre l’ uovo fosse proprio un gallo anziano.

A Citano, dove il mostro è stato sconfitto e seppellito vicino al torrente, si dice che in onore dello scampato pericolo sia stata edificata la Cappella Malpasso; si racconta invece che un gallo nero dell’ età di circa sette anni abbia deposto un uovo fecondato da una vipera e covato da un rospo prendendo così forma un basilisco alto circa un metro, dalle ali di drago, predatore notturno, dall’ alito di fuoco.

Non c’è concesso sapere la verità ma certamente sappiamo dove poter incontrare una creatura del genere!

A Parma, sul battistero compare una sua raffigurazione e nella Chiesa di San Lazzaro ad Autun dove la formella riporta un uomo che cavalcandolo, lo trafigge con una spada per simboleggiare la sconfitta del male e la vittoria del bene.

Basilisco, derivando dal diminutivo di ” Basileus” significa ” piccolo re” , indicava un sovrano di rango imperiale, in Grecia una sorta di alto sacerdote e sembrerà strano ma l’ erba aromatica che porta lo stesso nome ha qualche attinenza significando la “pianta del re”, anche se qui le leggende si confondono a tal punto da non riuscire a identificarne la natura : pianta amata dal mostro o potente antidoto.

” Con il cuore che gli batteva forte, Harry rimase in ascolto nel silenzio gelido. Forse il basilisco era appiattato nell’ oscurità, dietro un pilastro? E Ginny dov’ era?”. ( L’ Erede di Serpeverde, Harry Potter)

Francesca Valleri