MONTECCHI E CAPULETI VERSIONE ROCK!

La tragedia si apre con un coro che introduce la vicenda dei Montecchi e Capuleti.

Verona spaccata da lotte di fazione, un po’ come ai tempi dei Guelfi e Ghibellini, una rivalità così accesa che Dante la nominò nel VI canto del Purgatorio.

Quell’ intramontabile balcone diventa teatro del più storico amore dove, sugellato da un bacio, vengono confessati i più intimi sentimenti.

” Io ti prendo in parola! D’ora in avanti chiamami Amore ed io sarò per te non più Romeo perché mi avrai così ribattezzato”.

E da lì il resto è storia!

Un racconto eterno, dove lui berrà il veleno per rimanere unito nel suo viaggio a lei e lei farà altrettanto pugnalandosi.

Si dice che non sia tutta farina del sacco di Shakespeare; si parla di Ovidio, delle sue Metamorfosi e del mito di Piramo e Tisbe, due giovani innamorati, il cui amore osteggiato dalle rispettive famiglie, troverà la pace nella morte di entrambi.

Piramo credendola morta si suicida e la ragazza non essendo in grado di anestetizzare il dolore, si lancia sulla spada dell’ amato.

C’è chi però ha provato a riscrivere questo finale, immaginando un amore non corrisposto per Romeo.

Gironzola per la strada, cantando una canzone triste ( che non è quella di Ivan Graziani), sotto un lampione pensando alla sua adorata Giulietta.

L’ amore fra i due non è destinato nel tempo a durare, la ragazza non ricambia.

” How can you look at me as if i was just another one of you deals?”…” Come puoi guardarmi come se fossi un altro dei tuoi affetti?”.

Mentre i protagonisti ” originali” di Shakespeare preferiscono morire e giacere assieme piuttosto che separarsi, qui rimane solo un ” Lovestruck Romeo sings the streets serenade”, ovvero un Romeo stregato dall’ amore che ” canta una serenata per le strade”.

Dire Straits anno 1980.

Occorrono pochi secondi di ascolto per riuscire a calarsi nel mondo dei due ragazzi innamorati più celebri della storia della letteratura inglese.

Sei minuti di pura reinterpretazione moderna in chiave anche ironica, colonna sonora di intere generazioni creando vere e proprie fazioni fra chi si schierava dalla parte del goffo Romeo malinconico e stropicciato e chi dalla parte del maturo cinismo di Juliet, nell’ oltrepassare un amore infinito.

Arpeggio, ingresso in simultaneo di batteria, basso e piano, la voce di Knofler, mai banale, ci regala una serenata senza via di scampo.

A differenza della versione originale, qui siamo in presenza di un amore non corrisposto e perduto; il nemico non è più presente nella rivalità tra le due famiglie ma in un timing non corretto… ” When you gonna realize it was just that the was wrong?”

Dal ritornello in poi la serenata di Romeo assume nuance nostalgiche e il brano si conclude come è iniziato a dimostrazione di come le sue parole non siano state in grado di scalfire l’ armatura di Juliet.

” Oh Romeo, Romeo perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome…”.

Francesca Valleri