L’ ARTE IN ” OSTAGGIO”

Alcuni sono andati probabilmente distrutti in guerra, altri sono ” semplicemente” dimenticati in qualche deposito e risultano scomparsi, altri ancora sono stati rubati; in certi casi poi la storia di alcune opere d’ arte è stata letteralmente trasformata proprio da un furto o quest’ ultimo è passato alla storia, come il caso che coinvolse ” La Gioconda” di Leonardo da Vinci, trafugata dal Louvre di Parigi da un impiegato italiano del museo che la infilò sotto la giacca portandola con sé.

La nascose per due anni sotto le assi del suo pavimento e lo definì un ” semplice gesto di patriottismo “, convinto che il capolavoro dovesse essere riportato nel suo paese d’ origine.

Fatto sta che in tutto il mondo mancano all’ appello almeno settecento mila oggetti d’ arte fra cui pennellate di Cezanne, Van Gogh , Caravaggio.

Trafugato a Boston, negli anni novanta da due ladri travestiti da poliziotti, il ” Concerto a tre” di Jan Vermeer, rappresenta il giallo fra i gialli irrisolti nella storia dell’ arte, tutt’ora sotto la lente di ingrandimento degli agenti americani.

Fu acquistato a Parigi da una collezionista statunitense per una cifra record e rimasto custodito nell’ omonimo museo, fino al ’90, quando si sono perse, definitivamente, le sue tracce, sparendo nel nulla e sul quale ancora oggi è presente una taglia da dieci milioni di dollari.

Forse distrutto nel 1945, era nella collezione di Hitler, ” Il pittore sulla strada di Tarascona” , celebre autoritratto di Van Gogh, realizzato per testimoniare e raccontare il suo cammino sotto il sole per andare a dipingere fra i campi di grano.

Il quadro risulta scomparso negli ultimi giorni della seconda guerra mondiale quando, raccontano le cronache dell’ epoca, sarebbe stato distrutto nel corso di un bombardamento.

Sempre Van Gogh detiene il primato del dipinto più sfortunato , ” Il vaso di fiori”, rubato una prima volta nel’ 78 e ritrovato dieci anni più tardi è stato rubato di nuovo dal museo in Egitto nel 2010.

Ancora oggi è aperta la caccia al ritrovamento al punto che anche sulla sua testa c’è una lauta ricopensa per chiunque sia in grado di fornire informazioni.

Nessuno al momento si è ancora fatto avanti.

La scomparsa, a Palermo, della ” Natività coi santi Lorenzo e Francesca d’ Assisi”, di Caravaggio , è considerata uno dei furti più clamorosi di tutti insieme alla sottrazione di uno Stradivary a New York e un Picasso a Rio de Janiero.

Le tracce di questo olio su tela che raccontano la nascita di Cristo si sono perse nella notte tra il 17 e 18 ottobre del 1969 quando il capolavoro svanì dall’ altare maggiore dell’ oratorio di San Lorenzo senza più essere ritrovato.

In questo caso l’ ipotesi più gettonata è quella che il furto sia stato commissionato dalla mafia; molti anni dopo, intorno al ’90 è stato Giovanni Brusca a spiegare che, nelle intenzioni dei ladri, il dipinto sarebbe stato riconsegnato in cambio di un alleggerimento del ” 41 bis”.

Lo stato italiano però rifiutò l’ offerta.

Si dice che abbia partecipato alle riunione della Cupola e che Totò Riina lo abbia utilizzato come scendiletto.

La lista dei capolavori dispersi è ancora molto lunga, molte opere sono a tutt’ oggi introvabili e per questo ammirate solo in vecchie immagini di archivio; alcune si sono inabissate nel mercato nero dell’ arte che nell’ ultimo biennio ( era Covid) ha subito una crescita esponenziale ma consolatorio il ritrovamento , durante questo anno, di circa dodici dipinti, una goccia in mezzo al mare ma pur sempre una goccia.

Francesca Valleri