” MI SENTI?”

” Io mi trasformo attraverso l’ascolto interno e quello universale, io creo attraverso la parola. Il suono crea.”

Si dice che il suono sia capace di fecondare l’anima, paragonabile allo sperma è l’origine di tutte le cose, il punto zero.

Il feto riesce già a sentire nel grembo materno, l’aumento del battito cardiaco la sua personale risposta agli input sonori trasmessi; se nei riti sciamani il rullo dei tamburi riconduceva alla madre Terra, la natura umana l’ha dotato di una identità simile proprio al grembo per cui ogni parola, canzone, libro e sussurro si trasforma in seme, coltivato e nutrito dal proprio subconscio per poi essere partorito.

In riflessologia il padiglione auricolare rappresenta proprio un bambino in posizione fetale.

Se il suono ha la capacità di fecondare il nostro vissuto, il ” Verbo di Dio penetrò lei attraverso l’orecchio e la natura intima del suo corpo fu santificata”, la Bibbia lo cita centoventidue volte al singolare e centocinque al plurale; Tiziano fa sollevare alla Vergine il velo dall’orecchio, con una mano, per accogliere la parola.

Con Giotto si sfiora la perfezione ma con Magritte si tocca l’ umano, musica e mare, prima con un ” Orecchia di mare”, talvolta infatti assimilabile ad una conchiglia, poi un orecchio dal quale pende una campana mentre con Dalì si sperimenta l’orecchio che racchiude l’immagine di una Madonna, il tutto ingabbiato in una specie di reticolato.

L’udito è il senso di chi è capace di prestare attenzione, di chi tiene le “orecchie aperte” non solo per il gusto della conversazione ma soprattutto perché nessuna parola nella sua essenza e identità possa subire una distrazione, di colui che nell’ascolto trova informazioni nuove, una sorta di apprendimento.

Si ascolta anche quando si legge, si ascolta quel che resta della voce in ciò che è scritto, un po’ come Leopardi che ” porgea gli orecchi al suon della tua voce”.

E’ il senso di chi è riconoscente.

Di fatto si può sentire ma non capire e l’ ” orecchio ascoltante” rende responsabili di una risposta fedele alla parola udita; di fatto funziona quando è connesso al cuore, al contrario si parla senza ascoltare, si sente senza ascoltare.

” People talking without speaking, people hearing without listening, people writing songs that voices never share no one dared disturb the sound of silence…”. ( Simon & Garfunkel)

Ascoltare non è un atto passivo, siamo ricettori attivi, ascoltiamo perché si sceglie di farlo, ascoltiamo perché qualcosa è importante e vale la pena farlo; non esiste niente di troppo piccolo e insignificante.

L’orecchio è l’unico orifizio umano che non è capace di chiudersi ed è orfano di qualsiasi difesa contro la penetrazione.

Francesca Valleri