” BLUE MIND”
Blu: colore del mare e del cielo, spiritualità e nobiltà d’animo, a braccetto con la nuance della malinconia e la tinta della notte, Canaletto, Picasso, Yves Klein, Gustav Flaubert che vestì di questo colore la sua protagonista, ” La Bella e la Bestia” dove, in occasione della cena indossa, elegantemente, un panciotto giallo e una giacca blu… come Werther.
Mind: mente, il più potente software esistente, paragonabile ad un muscolo che se bene e costantemente allenato può regalare fuochi d’artificio.
Uniamo ” blu” e ” mind” e l’antidoto è servito; il potere dell’acqua.
C’è qualcosa in questa sostanza che affascina oltremodo e regala incantesimi, probabilmente perché il nostro pianeta, con il nostro corpo ne sono costituiti per il settanta per cento o perché ne siamo avvolti fin dal principio; fatto sta che è una malia indefinita che ha avvolto ( e continua) epoche, uomini e stagioni, diffonde magnetismo potente ad una condizione: tempo, tempo per respirarla, viverla, immergersi, ascoltarla…in cambio una grazia che non ha prezzo.
Blue mind è quasi uno stato ” meditativo” , calma, serenità, con un generale senso di felicità e appagamento totalizzante nei confronti dell’esistenza; trascina nel presente, fa rimanere nel momento e scendere in profondità.
” …Quando la mia depressione prevale a tal punto su di me che solo un saldo principio morale mi impedisce di camminare per strada buttando giù deliberatamente i cappelli dei passanti allora riconosco che è ora di andare al mare al più presto…”. ( Moby Dick)
La felicità è blu!
L’acqua riporta allo stato naturale e primordiale, una specie di sostanza delle sostanze; ” Chiare, fresche e dolci acque”, Ofelia che annega in un ruscello, Caronte che vi traghetta le anime, Virginia Woolf che decise di togliersi la vita riempiendosi le tasche di sassi e gettandosi nel fiume, è vita, nascita, simbolo di purificazione morale e nell’accezione religiosa è chiamata a separare i morti dai vivi.
Non manca neppure di una sua personale componente sessuale; le ninfe e le sirene con la funzione del corso d’acqua che evoca la nudità femminile, Afrodite che nasce dalle acque ” spuma del mare” e l’incipit della ” Pioggia nel pineto” che meglio rappresenta tale aspetto, Ermione e il poeta vengono travolti da un’esperienza sensoriale con la pioggia.
Alla fine del nostro parlare tutto si riduce ad un concetto coinciso ed efficace: ” Di fronte al mare, la felicità è un’idea semplice”. ( J. C. Izzo)