LUNA: “THE DARK SIDE OF THE MOON”
Occhio ciclopico celeste, greca Artemide in fase crescente, Ecate in quella calante, urlo del coyote, inno al grande Manitu spirito degli spiriti che tutto governa e sostenta, unico satellite della terra: la luna.
Moon, selène, lunà : in quante lingue è stata cantata?
Probabilmente in tutte quelle del mondo e in tutte le epoche della civiltà a tal punto che una certa coscienza popolare identifica luna e poesia, astralità e astrazione e prima che Galileo la descrivesse con la grammatica del suo cannocchiale erano già state utilizzate altre lenti poetiche.
” Un ‘ anima blu irrompe nei miei quadri” ; così Chagall descrive quello spicchio lucente avvolto in quel blu intenso che definisce come un qualcosa che è più di un semplice colore.
La contemplazione stessa della luna è di per se un’ opera poetica.
Ma c’è chi ha voluto guardare oltre il lato chiaro, romantico e leggero di questo satellite, rivolgendosi a quell’ aspetto nel quale le ombre abitano i pensieri, in cui l’ esistenza si tinge di una nuance crepuscolare, monolitica, composta anche da caos.
E’ un’ estensione profonda, solo in apparenza minacciosa, che dimora e si sedimenta in ogni individuo e richiama ad una dimensione primitiva della psiche.
Il lato oscuro non è fatto di ” cose cattive” ma di aspetti, pieghe, sfumature che possono risultare, se comprese e riconosciute, molto produttive.
Il primo marzo del settantatré , i Pink Floyd ci regalano Il lato oscuro della luna, ” The Dark Side Of The Moon”, cercando di sottolineare il concetto di ” follia” in contrasto con lo spazio intorno esterno, una narrazione sull’ esistenza umana, la nascita, la morte, lo scorrere del tempo, la violenza, la guerra e i diversi piani del discorso non sempre procedono in modo lineare e univoco, anzi tutt’ altro.
E’ una continua polifonia musicale , i contenuti si intrecciano in modo ” finto casuale” , lasciando all’ ascoltatore la libera facoltà di seguire un’ idea o il suo contrario e i brani sembrano offrire risposte molteplici e al tempo stesso contraddittorie; la corruzione, il denaro o la follia, in cui rifugiarsi, forse ignari di tutto.
” There is no dark side of the moon really…matter of fact it’s all dark” ( non esiste un lato oscuro della luna perché tutto in realtà è buio); questo finale sembra non convincere, perché al termine dell’ ascolto ci sentiamo tutt’ altro che rassegnati, anzi ci imprime una carica vitale concreta e potente , quanto l’ ultimo suono che udiamo al termine della canzone: il pulsare di un cuore… che nonostante tutto continua a battare.
E lo esprime forte e chiaro anche la copertina di questo capolavoro che rimane un concept album dei più riusciti di tutti i tempi, rimasto nelle classifiche mondiali, ininterrottamente , fino al 1988 , monumento immortale del nostro novecento.
Un triangolo minimal attraversato dai colori dell’ arcobaleno che si stagliano su fondo nero e che si separano solo in sei delle sette componenti dello spettro cromatico e ad ogni colore sono associate una o più tracce, al giallo ” Money”, al blu ” Brain Damage”.
Si tratta di un fenomeno ottico noto come dispersione e rifrazione e la velocità con la quale l’ ultima si esprime ha a che fare con il materiale con cui è realizzato il prisma, così come l’ intensità e la luccicanza dei colori, che fa subito pensare ad un vetro; questo perché la luce che attraversa il vetro viaggia più lentamente rispetto a quando attraversa acqua o aria.
L’ indizio che ci da questa informazione è il raggio di luce che si piega in un angolo invece di uscire dal lato corrispettivo dell’ entrata.
Chi ha designato la copertina non era pigro e non ha lasciato le cose al caso, anzi , aveva ben chiaro le leggi della fisica.
E’ una delle copertine più semplici e immediate , ha il bianco e il nero di una notte senza luna.
Così come l’ album, che non ti annoi mai di ascoltare, ascoltare e riascoltare; ci insegna il valore della vita, ci sprona a non limitarci alla semplice esistenza , fortemente introspettivo , dall’ analisi delle emozioni al deterioramento dell’anima dell’ uomo.
La sequenza delle canzoni raccontano il percorso psicofisico, a livello personale e nella società, che può condurre al crollo mentale di una persona e il momento in cui entra nel vivo è proprio con il brano ” Time” , quei primi dieci secondi di silenzio, un lieve disturbo del tic-toc sincronizzato degli orologi e il trillo della sveglia con il quale si aprono magistralmente le danze.
E come sempre è tutta una questione di prospettiva e di maturità.
L’ opera rappresenta il perno della storia dei Pink Floyd, lo spartiacque perfetto; sei anni dopo l’ esordio di ” The Piper At The Gates Of Dawn”, se anni prima di ” The Wall”.
” The Dark Side Of The Moon era un’ istanza di empatia politica, filosofica e umanitaria che chiedeva disperatamente di venir fuori”. ( Roger Water)