” VACANZE ROMANE”: LA VESPA!

” Signor Bradley vi hanno mai detto che anche voi siete un bel bocconcino?”

E’ una delle frasi più famose e iconiche di ” Vacanze Romane” che valse l’ Oscar alla mitica Audry Hepburn.

Quell’ immagine in cui i due girano a bordo di una vespa è ormai storia, immortalata su poster, cartoline , quanto nell’ immaginario collettivo.

Molte le agenzie di noleggio che hanno preso in prestito l’ idea: ” Roma non è stata costruita per i taxi o gli autobus ma per le bighe , le carrozze e la Vespa!”

C’ è un dettaglio, meno conosciuto, nella storia della pellicola; durante le fasi di produzione furono diffuse , per la prima volta, le immagini di una vespa con il faro sul manubrio, invece che sul parafango.

L’ intento era quello di semplificare le riprese dei cameraman poiché il faro posizionato sul parafango determinava un effetto luce dispersivo , causato dal riflesso sulla telecamera.

Questa pellicola è indissolubilmente legata al marchio iconico , la Vespa, nata da un’ intuizione di Enrico Piaggio, che dopo la Seconda Guerra mondiale, in sede di riconversione della fabbrica di Pontedera , puntò sulla mobilità individuale, affidando la progettualità di una nuova idea di viaggiare , all’ ingegnere aereonautico , Corradino Ascanio.

L’ innovazione fu quella, principalmente, di guidare più comodamente seduti , anziché in bilico come le motociclette e lo stesso Enrico ne definì, involontariamente, il nome, vedendo il prototipo “… Sembra una vespa”.

La prima fu messa in vendita a cinquantacinque mila lire.

Storicamente parlando, questo mezzo a due ruote contribuì , in maniera decisiva, al dinamismo che diede vita all’ Italia del boom economico.

Il 23 aprile del 1946 la Piaggio deposita il brevetto della vespa, icona della stile italiano nel mondo e da quel giorno è entrata nella cultura popolare in diversi modi, tra cui il cinema; sono infatti più di mille le pellicole che l’ hanno immortalata.

Il rapporto fra queste due ruote e la settimana arte è un matrimonio straordinario, felice e intenso, indissolubile nel tempo.

” La dolce vita”, capolavoro felliniano, dove il paparazzo ( che darà il nome ad un’ intera categoria), insegue i vip a bordo di uno scooter Piaggio; ” Alfie” , un seducente latin lover, Jude Law, sfreccia per le strade di Manhattan a bordo della sua vespa, un Gs 160 bianca e blu.

Come non citare Nanni Moretti in ” Caro Diario” dove attraversa una Roma deserta, ad agosto, osservandola con lo sguardo innamorato.

Anche la musica ha reso omaggio a questo scooter intramontabile; era il ‘ 99 quando Cesare Cremonini espresse la sensazione di libertà e leggerezza con la sua ” 50 Special” e impossibile non ricordare il cavallo di battaglia di Vasco Rossi, ” Bollicine” , in cui utilizzava in modo non convenzionale e irriverente la celebre frase ” Chi vespa mangia le mele, chi non vespa, no”.

Questo mezzo ha tutte le qualità per essere considerato , senza ombra di dubbio , un’opera d’arte; linee inconfondibili a colpo d’ occhio e poi emozioni e sentimenti che suscita la sua visione, dal desiderio della libertà a quello dell’ allegria.

Ha un intero museo tutto per sé , il Museo Piaggio, nell’ ex officina del complesso industriale di Pontedera, dove con i suoi cinquemila metri quadrati e con più di duecentocinquanta pezzi esposti, rende omaggio allo stile italiano intramontabile e a questa signorina ultra settantenne.

Ma anche il tempio dell’ arte moderna, il MoMa di New York ha dedicato un posto d’ onore permanente al modello Gs150, quella progettata da Corradino D’ Ascanio.

Troviamo Vespa in molti altri musei del Design in giro per il mondo, dall’ India al Belgio, nelle gallerie d’arte e nelle case d’ asta che battono i suoi pezzi storici a cifre da capogiro.

Con le sue linee morbide, la scocca sinuosa , le curve che l’ hanno resa riconoscibile mantiene ancora intatto il fascino da rubacuori.

In sostanza ridotti i consumi, costo popolare, facile manutenzione e facilità di guida, furono un mix esplosivo per il suo successo, senza considerare che il suo design sedusse il genere femminile a tal punto che la stessa Piaggio ne cavalcò l’ onda commerciale utilizzando figure femminili non solo come testimonial ma anche come guidatrici, un’ ideale parità di sessi ” ante litteram”.

La Vespa è la Vespa!

Francesca Valleri