LIBERTA’ UTOPIA PATRIA. L’ISOLA DELLE ROSE

A raccontarlo quasi non ci si crede.

E infatti il film lo hanno intitolato ” L’ incredibile storia dell’ isola delle rose”.

Il perchè lo racconta il regista Sydney Sibilia: ” a volte le idee le trovi come i rabdomanti che vanno in giro con il bastoncino…stavo spesso su Wikipedia quando mi appare un trafiletto sull’ isola…a quel punto mi sono detto perchè non farci un film!”

Detto fatto , uscita prevista il 9 dicembre, su Netflix.

Ma cos’è l’ isola delle rose?

Facciamo un passo indietro.

Siamo intorno alla metà degli anni Cinquanta e l’ ingegnere bolognese Giorgio Rosa , immagina la costruzione di una piattaforma artificiale in mezzo all’ Adriatico , davanti a Rimini ma fuori dalle acque territoriali italiane.

Nacque e morì nel giro di cinquantacinque giorni!

L’ idea una vera e propria utopia: dare vita ad uno stato indipendente, in cui non vi fossero regole, sulla base di un unico principio, quello della libertà.

Il 1 maggio del 1968, l’ ingegnere bolognese , pianta , sulla sua isola artificialele, una bandiera arancione con tre rose rosse su fondo bianco, dichiarando stato indipendente una piattaforma al largo delle acque territoriali italiane.

Nasceva così il mito.

Indubbiamente una storia che ha solleticato l’ interesse di cronisti e scrittori.

Erano ben organizzati quei quattrocento metri quadri con tre abitanti; un inno ufficiale dall’ aria olandese, trecentomila lire di affitto annuo, una presidenza del consiglio dei dipartimenti, una lingua riconosciuta, l’ esperanto, una moneta valida e circolante, il mills.

Siamo nell’ Italia del’ 68 , un paese di forti contraddizioni : da una parte le lotte in piazze e le rivoluzioni degli operai nelle fabbriche dall’ altra la voglia , il desiderio e la volontà di ripartire, la liberalizzazione dei costumi sessuali, l’ idea che per quella generazione di giovani tutto fosse possibile.

E’ in questo clima di fermento che Rimini comincia ad affermarsi come località turistica e che Giorgio Rosa la sceglie come luogo della sua micro nazione che nel progetto originario comprendeva e doveva rappresentare una meta turistica con bar, alberghi ed uffici.

Ma questo non era che l’ inizio.

Presto quel cumulo di ferro e piloni diventeranno l’ utopia della libertà.

Quando la piattaforma cominciò a prendere forma, la capitaneria di porto provò anche a bloccare i lavori per la costruzione.

L’ idea di approdare in acque internazionali non solo fu una giocata di astuzia ma destò sconcerto e mistero a tal punto da arrivare a pensare che tale luogo fosse destinato ai russi per il ricovero dei propri missili.

Nel frattempo l’ isolotto si conquista la ribalta della stampa italiana, da Rimini e dalle coste vicine partono imbarcazioni di turisti curiosi.

Il 1° maggio viene dichiarata indipendente e il 25 giugno, dopo svariate interrogazioni parlamentari, occupata militarmente dalle forze dell’ ordine italiane; a bordo resiste solo il custode.

Nonostante le innumerevoli battaglie legali nel ’69 viene abbattuta con un carico di esplosivo.

Finisce il sogno e con lui le idee di un uomo visionario che si oppose alle regole e alla burocrazia; l’ ingegnere era una mente idealista alla quale, quando le veniva richiesto di stare alle regole si inventava la sua indipendenza.

Francesca Valleri