L’ESTREMA UNZIONE DELL’ ELEGANZA

Capita di imbattersi sui social, ciclicamente, su una freddura così lampante di fronte alla quale cessa ogni tentativo di replica: ” Uomini, quando pensate di essere fighi, ricordatevi che al mondo è esisto Paul Newman”.

Alzo le mani!…Cos’ altro aggiungere di fronte a due righe di una verità incontrovertibile sulle quali si è speso ogni parola che era lecito e garbato affermare ( nella fascia protetta!).

Fiumi di inchiostro su quello sguardo magnetico e melanconico, barba incolta e occhi cerulei; una bellezza a tratti fastidiosa, non ricercata piuttosto assecondata, orfana di ostentazione.

Ovviamente il focus non è Paul Newman, il quale potrebbe essere sostituito da Steve McQueen o Clint Eastwood, dove è la sua stessa faccia, imbronciata, a fare anche il look, è lui stesso lo stile, quanto il termine ” eleganza” da dizionario ” pregevole sceltezza”, dal latino ” eligere” ovvero ” scegliere”.

Signorilità, buongusto, finezza, come la si voglia a piacimento declinare, non è rilegata esclusivamente alla qualità di un individuo dotato di grazia e semplicità, tanto meno al bon ton degli elementi cromatici, piuttosto, lasciata a briglia sciolta, è propedeutica allo spalancare orizzonti di riflessioni che tirano in causa aspetti trasversali della società.

” Ogni epoca , per trovare identità e forza, ha inventato un’ idea diversa di ” classico” che riguarda sempre non solo il passato ma il presente e una visione del futuro. Per dare forma al mondo di domani è necessario ripensare le nostre molteplici radici”. ( S. Settis- Futuro del classico)

L’ orizzonte si dipana esattamente quando e dove ” eligere” incontra ” radici” e sottobraccio percorrono ” Via della Globalizzazione”, che seppur non più giovane ( come concetto) , con il trascorrere del tempo si è evoluta in un atteggiamento comunicativo e culturale, che ob torto collo, insinuandosi nelle dinamiche del quotidiano, costringe l’ individuo a un adeguamento alle ” sfumature” talvolta pure inconsapevolmente.

Otto miliardi di individui ciascuno portatore di un corredo genetico, esperienze, aspettative, necessità e gusti; una pindarica varietà che giornalmente si scontra con la standardizzazione.

Risultato livellare le differenze in nome di una certa uniformità, conseguenza assottigliamento del confine.

L’ omologazione dell’ inclinazione personale ha sabotato la possibilità di scelta del consumatore; travestita da pecorella smarrita e innocua, proponendoci, solo in apparenza, un’ infinità di vagli opzionabili, in realtà spinge verso quell’ unica soluzione.

Una logica inquietante che come unico salvagente prevede l’ appellarsi alla propria cultura, formazione e spirito critico, capaci veramente di sottolineare e fare la differenza.

” L’ eleganza non nasce da ciò che porti ma anche da ciò che pensi”. ( G. Ferrè)

Alla lista dei colpevoli non è ascrivibile solo il nome del consumatori; diciamo che il palcoscenico è provvisto di personaggi di una certa caratura che hanno permesso l’ inclinazione dell’ ago della bilancia in una precisa direzione.

La moda stessa, la quale ha sdoganato il ” fast”, ovvero tutto ciò che è in grado di vivere e sopravvivere giusto il tempo di una stagione, pigra e stanca oramai nell’ aspetto di voler tramandare qualcosa di sostanzioso ai posteri; l’ industria stessa che strizzando l’ occhio alla globalizzazione ha ottimizzato numeri e produzioni.

Ma l’ eleganza esige contezza e un approccio sofisticato quanto la nostra immagine allo specchio; certo è che la stessa è soggetta alle medesime regole del pensiero che di fronte ad una platea orfana dello stesso, genera fastidio.

In questo caso l’ oggetto riflettente rallenta le vendite.

L’ eleganza esige percezione.

” Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte…è gusto e cultura”. (G. Armani)

Francesca Valleri