“L’AMORE E’CIECO”
…In realtà il detto si completa con ” l’amore è cieco e vede da lontano!”.
Sovente, nell’incontrare una coppia male assortita viene tirata in causa tale espressione che si palesa come conclusione assolutamente affrettata; in realtà ” l’amore è cieco” è uno sguardo vergine, meraviglioso, inatteso sull’amore, croce e delizia di ogni cuore umano, è speranza, visione e cambiamento di prospettiva.
Di madre incerta, tale battuta viene riconosciuta prima a Platone e al suo “Fedro” nel Simposio, poi alla mitologia greca dove Eros, dalle fattezze di un bambino viene ritratto con gli occhi bendati, in ultimo ad una ” battuta di gioco” a nascondino.
Fatto sta che molto tempo fa la follia decise di organizzare una specie di the delle cinque a casa propria, una merenda con le amiche, con tutti i sentimenti come commensali insieme alle qualità umane; tutto filava liscio come l’olio fino a quando la noia si imbucò (per la terza volta… insistente la ragazza) e la pazzia ( che non dorme mai) propose di giocare a nascondino.
” E’ un gioco in cui io mi copro gli occhi e conto fino a un milione mentre voi vi nascondete e quando avrò terminato di enumerare, il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco”.
Entusiasmo, allegria ed euforia, baldanzosi, convinsero pure il dubbio e l’apatia; la verità abbandonò ancor prima di cominciare ( stiamo parlando della verità signori, mai avrebbe potuto acconsentire) ,la codardia ( viene da sorridere) preferì non arrischiarsi e la superbia ritenne che la proposta fosse sciocca e fuori luogo.
” Uno, due, tre….” cominciò a contare la pazzia.
La pigrizia, neppure a dirlo, si accasciò morta, secca e dura dietro la prima pietra, l’invidia all’ombra del trionfo, la generosità non riusciva quasi a trovare un luogo idoneo dato che qualsiasi nascondiglio sembrava essere meritevole per qualche altro suo amico, la passione e il desiderio al centro dei vulcani, l’amore non era stato in grado di individuare un posto per celarsi, fino a quando scorse un cespuglio di rose.
” Un milione!” e la pazzia iniziò la sua ricerca.
Stanata la pigrizia ( difficile immaginare il contrario), poi la fede che discuteva di questioni teologiche con Dio, fu la volta della passione e del desiderio, a seguire l’invidia e il trionfo; l’egoismo non fu scovato poiché era fuggito dal suo nascondiglio a causa di un nido di vespe.
L’unico che non si palesava era l’amore.
Lo cercò in ogni dove fino a quando si udì un grido acuto di dolore.
Le spine gli avevano punto gli occhi.
La pazzia non sapeva cosa fare per discolparsi, implorò, pianse e domandò perdono promettendo che sarebbe stata la sua guida.
Da allora in poi, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l’amore è cieco e la pazzia sempre lo accompagna.
L’ amore è espansione.
Il Salotto Itinerante vi ringrazia sinceramente ad uno ad uno per aver colorato insieme a lui gli appuntamenti del martedì, per non averlo mai lasciato orfano di cure e attenzioni. Vi augura felici festività. Ci leggiamo, se avrete voglia, martedì 31 dicembre.