LA SHOAH DEGLI ABORIGENI AUSTRALIANI

C’ erano prima che venissero costruite le piramidi, prima che Giulio Cesare incontrasse Cleopatra e prima che Romolo e Remo fondassero Roma; sono sopravvissuti a guerre, carestie, invasioni e sono arrivati fino ai giorni nostri.

” Gli Aborigeni d’ Australia, si stendono sulla terra con un rito di fertilità, ti lasciano il loro sperma” ( Il Ballo del padrone, F. Battiato).

Rappresentano una delle culture più antiche del mondo, le prime pitture rupestri, la più arcaica religione dell’ umanità, le primordiali rappresentazioni del grande serpente arcobaleno, Goorialla, colui che con il suo corpo ha plasmato la terra ma anche una ferita ancora aperta e dolorosa per la storia australiana.

Rappresentano la generazione rubata , con la politica di assimilazione biologica ad opera del governo federale che ha legittimato la sottrazione, con la forza dalle proprie famiglie, di bambini dal sangue misto per educarli secondo i principi occidentali; figli affidati ai ” bianchi” o a collegi missionari con l’ unico e perseverante scopo di azzerare e seppellire un’ intera cultura.

Dagli anni ’60 un timidissimo tentativo di risveglio o riscatto da parte degli integerrimi ” musi bianchi” con la concessione del diritto di voto, il riconoscimento, a mezzo referendum, dei pieni diritti del popolo aborigeno e la storica sentenza Mabo della High Court che riscontrò l’ errata applicazione del principio delle ” terre nullius” introducendo la possibilità di rivendicare il diritto di proprietà tradizionale sulle proprie terre.

Come è accaduto in (molti) altri luoghi del pianeta, gli Aborigeni, abituati a vivere ed “esistere” nei deserti dell’ entroterra o lunga la costa, come un colpo di cimosa sulla lavagna, vennero spazzati via letteralmente dall’ invasione dei colonizzatori britannici, relegati nelle zone più degradate e periferiche.

Un furto, come quello operato contro i Nativi Americani.

Una sequenza di stragi e deportazioni operato dalla ” civile” corona inglese.

Quando alla fine quasi del settecento la Gran Bretagna fondò la prima colonia penale in Australia probabilmente vivevano già circa un milione di Aborigeni, che la dottrina della ” terra di nessuno” dichiarò quale continente disabitato.

Già una legge di Elisabetta I , relativa alla punizione dei malfattori stabiliva che ” tali esseri sarebbe stati banditi dal Regno e che nel caso in cui uno di questi avesse tentato il rientro privo di permesso, sarebbe stato impiccato”; la deportazione ,valida alternativa alla costruzione di nuove galere, li vedeva andare nella direzione della Virginia, Barbados, Giamaica poiché per l’ Inghilterra Georgiana lo scopo non era quello di redimere il ” peccatore”.

Fu così che con un secolo di anticipo l’ Inghilterra preannunciò il Gulag; stipati in gabbie su vascelli, con anelli alla caviglie e catene lunghe quanto la nave, destinati ad un’ ora d’aria e accolti con boomerang, lance e sassi, sventolati in aria al grido ” Urra! Urra!” ( andate via).

Nel medesimo tempo in cui si condannavano le nefandezze hitleriane, si perfezionava silenziosamente un genocidio del quale probabilmente neppure i protagonisti ne erano al corrente, frequentando scuole australiane.

Se gli uomini di una nazione, religione o civiltà, si sentono in diritto di deportare, depredare terre altrui , massacrare intere popolazioni significa che esiste una visione deformata dei valori umani e sociali.

Forse la lucidità umana si è ravveduta durante il discorso del Primo Ministro Kevin Ruud nel 2008: ” Chiediamo scusa per le leggi e le politiche di successivi parlamentari e governi che hanno inflitto profondo dolore, sofferenze e perdite a questi nostri fratelli australiani. Chiediamo scusa in modo speciale per la sottrazione di bambini aborigeni dalle loro famiglie, comunità e terre. Per il dolore, le sofferenze e le ferite di queste generazioni rubate, per i loro discendenti e per le famiglie lasciate indietro, chiediamo scusa”.

Francesca Valleri