L’ INCONFONDIBILE SOUND DI 007!
Che la musica fosse un connotato fondamentale all’ interno di un film, venne compreso ampiamente già all’ epoca del cinema muto.
Per quanto riguarda le note che gravitano intorno alla saga di James Bond si apre un capitolo a parte; la musica che incornicia le pellicole è fra le cose più riconoscibili del mondo, incredibile quanto le immagini.
Quando si mette mano a pellicole di tale calibro la lavorazione si spalma, di conseguenza, su tre piani, tre elementi uniti ma sapientemente distinti: il tema, la colonna sonora e la canzone che rappresenta l’ espressione d’ arte più raffinata , l’ aspetto più intimo dato che può essere riascoltata in qualsiasi momento, da soli o in compagnia.
I vari sound che si sono susseguiti fino ad oggi, sono stati capaci di disegnare le diverse ere musicali che la pellicola ha attraversato, circa sessant’ anni e non è un caso, oggi, che la canzone simbolo della nuova saga, ” No time to die”, sia stata affidata a Billie Eilish, giovane californiana, idolo delle nuove generazioni.
L’ eternità dei brani, altro non è che la conferma della loro insita genialità, riconoscibilità, sovente sorprendente.
Da un punto di vista di apparati sonori è presente un doppio nucleo centrale.
La prima parte, riconducibile al compositore Monty Norman, quella di ” Underneath the mango tree”, dove appare Ursula Andress che canta mentre esce dall’ acqua, l’ esempio più assoluto, inossidabile e immediato; ottoni e batteria.
La seconda si addentra nella natura squisitamente sperimentale e avveniristica, per intendersi l’ era di Connery”; si martella sempre su quattro note ma si intravede una ventata di jazz-sinfonico, dando vita ad un ritmo perfettamente circolare.
Approcciarsi al tema Bond aspettandosi il brano più famoso della storia del cinema, manda fuori pista; la svolta è la consapevolezza che sia già nelle nostre vite da quando su per giù ne abbiamo memoria.
Normale conseguenza che ci sia un solo brano che si possa utilizzare quando James fa qualcosa di tipicamente suo, poiché il suo personaggio non trascorre molto tempo a parlare di quel che fa , dunque il sound è quello che deve essere in grado di trasmettere cosa stia provando o cosa stia accadendo; tensione, ansia, gioia.
Ascolti le prime note e hai immediatamente una botta di adrenalina.
Merito di Jon Burlingame che dopo più di venticinque pellicole, a prescindere dall’ arrangiamento, ha addestrato l’ orecchio dello spettatore a quella melodia così emblematica da renderla riconoscibile da chiunque in ogni parte del mondo.
Nel ” Bond Classico”, ’62-’71, John Barry ha forse regalato le migliori colonne sonore di sempre; un miracolo sonoro da ” Dalla Russia con amore”, timbro morbido che si irrobustisce in ” Missione Goldfinger”.
In quello moderno, ‘ 73-2002, lo zampino di Paul McCartney, con la moglie Linda, ha tracciato uno dei brani più strabilianti del franchise, segno indiscutibile anche del cambiamento in corso nella serie con l’ ingresso di Roger Moore.
Nel ” Bon Contemporaneo” , 2006-2021, David Arnold avrebbe scritto le partiture per ” Casino Royale”, ” Quantum of Solace” e ” Skyfall”; più cupezze delle composizioni perfettamente intonate con il nuovo 007, decisamente più complesso e introverso dei suoi predecessori.
Nonostante le ambientazioni moderne, James Bond è un personaggio che appartiene a un’ epoca ante rock; completi giacca e pantalone, il suo immancabile drink…un tipo alla Don Draper e affiancato ad una band rock risulterebbe fuori luogo come quando Frank Sinatra sposò Mia Farrow indossando una collana di perline e una giacca dal collo all’ indiana!
Bond rimane l’ uomo da pezzi da night club, intensi e appassionanti.