L’ ARTE DELLA SEDUZIONE: LA GEISHA

L’ ” Iki” racchiude il concetto di estetica, quell’ estetica giapponese che sprigiona in un ideale di raffinatezza ed eleganza naturale, lo charme della discrezione, la propensione all’ ombra, un ‘ apertura mentale, una robusta sensibilità.

Termine utilizzato per tratteggiare e tinteggiare l’ ineffabile fascino della “geisha” binomio di sensualità e rigore, inflessibilità ed eleganza, energia spirituale e rinuncia.

“La geisha è un’ artista del mondo che fluttua…il resto è ombra, il resto è segreto”.

Solo il suono della parola geisha evoca creature languide ed esotiche che conducono una vita da recluse, in realtà professioniste nell’ arte di intrattenere, che incarnano alla perfezione i canoni estetici dei giapponesi.

La ragione del loro successo è da rintracciare nella passata condizione sociale della donna, confinata in casa, con un’ educazione e un grado di cultura approssimativa, ossequiosa e sempre un passo indietro rispetto al marito.

Siamo a Gion , quartiere di Kyoto, dove ancora oggi, vive, pulsa e respira l’ antico mondo delle geishe come un universo parallelo; esistono e resistono coabitando insieme in un mondo tutto al femminile nelle ” Okiya” le case di legno.

Non vengono più vendute bambine ma frequentano scuole e si dedicano ad un lungo apprendistato impegnativo, imparando a muoversi con grazia, a conversare in modo intelligente, studiando i testi classici, diventando maestre in ogni arte.

Sono depositarie della quintessenza della seduzione.

Il loro segreto è essere esclusive.

Ciò che rende singolare il loro aspetto è indubbiamente il trucco; lentamente il pennello scivola sul volto iniziando a celare pelle e lineamenti, coprendo emozioni e sentimenti e quando gli occhi incrociano di nuovo lo specchio ecco che si riflette un’ immagine nuova dalle labbra vermiglie sul bianco volto gesso, mentre una leggera sfumatura di rosa ciliegia sottolinea il profilo degli occhi, la nuca, nuda e sensuale è incorniciata magistralmente dal prezioso kimono, che sarà anche questo più o meno decorato.

Entra in scena un’ opera d’ arte.

Considerate a torto delle prostitute, le geishe godono del massimo rispetto in Giappone mentre in Occidente la letteratura e la filmografia hanno contribuito a ridisegnare un contorno di donne create per il piacere maschile.

Il sesso con il cliente è una libera scelta, non una prestazione dovuta.

La prima prostituta a farsi chiamare geisha fu Fukagawa nel 1750, da allora ,la professione si diffuse e molte iniziarono a lavorare come intrattenitrici, abbandonando il sesso merceneraio.

Geisha, letteralmente” Persona che fa arte” si sottopone ad un lungo training.

Durante il Shikomi si studia danza e lavori domestici, si passa all’ arte del kimono ( Minarai) dove ogni sua singola piega è carica di significato e rappresenta una provocazione per poi approdare all’ ultimo stadio , Maiko, dove la futura geisha segue incessantemente la sorella maggiore esperta, entrando così a pieno titolo nel mondo fluttuante.

Anche in tema di “erotismo” una vera e propria artista; l’ esercizio della seduzione non si limitava solo a cure estetiche ma anche ad un ragionato e consapevole body language e micro attenzioni nei confronti del partner perché il suo punto di forza si racchiudeva in una sola parola: devozione.

Per apparire sfuggente e maliziosa in un importante tete-à-tete serale indossava un abito di color viola, tonalità che rappresenta decoro e magnificenza , una nuance femminile con una pennellata di eccentricità.

Quando una geisha era molto attratta da uomo lo invitava a sedersi alla sua destra, lato più invitante; i kimono infatti venivano indossati sovrapponendo la parte sinistra sulla destra permettendo così di concedere un ” favore” speciale all’ ammiratore che ne fosse stato degno, la possibilità di far scivolare l’ occhio o la mano fino ad accarezzare il seno.

Dopo aver fatto l’ amore con il proprio amante, la geisha aveva aveva l’ abitudine di scrivergli una lettera d’ amore con precisa calligrafia su una ” washi” carta fatta a mano, che sceglieva personalmente e che profumava con la fragranza più adatta.

Può essere definita delicata farfalla, una combinazione di arte e bellezza, colei che incarna il più grande ideale estetico e artistico del Giappone, misteriosa e affascinante, un intero mondo segreto sopravvissuto all’ età moderna.

” Non puoi considerarti una vera geisha finché non riuscirai a fermare un uomo per strada solo con uno sguardo”. ( Memorie di una Geisha).

Francesca Valleri