LA LOIRA DA HONORE’ DE BALZAC A MICK JAGGER

” Dolce paese dove scorrono l’ acqua e il vino, meraviglioso per viverci”.

Lo scrive Honorè De Balzac, che qui è nato, proprio a Tours e ne ha fatto l’ ambientazione di racconti e romanzi.

Perchè la Touraine, la Turenna, è il ” giardino di Francia” cuore e anima della Loira , è la materializzazione perfetta di quella sottile alchimia francese che altro non è che l’ arte del bon vivre.

Senza fretta , ” doucement”.

Una natura poco mossa che non offre distrazioni visive e che, come agì sull’ autore della ” Commedia Umana” , impone concentrazione e tranquilittà.

La Regione bagnata dall’ Indre e dalla Loira che è ovunque “…ai vostri piedi; la dominante terrazza elevata sulle acque capricciose”.

La Turenna diventa magica durante l’ autunno , quando i colori del foliage la accendono di sfumature rosse e dorate, nebbie sottili risalgono dai fiumi e piccoli villaggi declinano la loro quotidianità.

Accanto ai grandiosi castelli dei re ( e qui ce ne sono in abbondanza) , appaiono deliziosi piccoli manieri dalle facciate ricoperte da vite rossa, cantine scavate nel tufo che custodiscono i celebrati vini della Loira e le locande.

Tutto l’ insieme risulta un dialogo costante con la storia.

Incominciando proprio dal più grande e famoso castello che vive in simbiosi con l’ omonimo borgo; Amboise, il luogo di Francesco I e Leonardo Da Vinci, dove tutt’oggi riposa qui la sua salma, rappresenta la fusione ideale fra natura e creatività dell’ uomo.

Anche il Castello di Chenonceau è il custode di storie italiane legate ad una grande regina, Caterina De Medici, che, con il ponte-galleria sul fiume Cher, ha eseguito un rimando fedele al Ponte Vecchio della sua amata Firenze, diventa poi il logo del castello stesso.

All’ esterno , i giardini racchiudono ” la tranquillità dell’ anima con l’ aristocratica serenità”.

Sull’ Indre, invece, si trova un” diamante sfaccettato”, come amava definirlo Balzac; un pò meno frequentato, più piccolo per dimensioni e discreto, un gioiello adagiato su un isolotto con tutto attorno il suo romantico parco.

Ma per cogliere e assaporare il fascino più autentico della Touraine bisogna rincorrere luoghi più defilati, come il piccolo Chateau De La Forchette, che si fa scorgere poco e con difficoltà, come del resto il suo proprietario Mick Jagger, che ne ha fatto il ” buen ritiro” in terra di Francia.

Sachè è il ” castelluccio” dove Balzac trascorreva brevi soggiorni in fuga dalla stressante vita parigina e dal consueto assalto dei creditori.

Il giardino conserva ancora i grandi alberi che ombreggiano la mole dell’ edificio, dove al piano superiore si rievocano stampe e ritratti del romanziere.

Filo conduttore del luogo sono proprio i vigneti e il vino; se ne contano più di quattromila ettari con più di cento cantine.

A simbolo le caricature di Daumier che imperano nei tappi e nelle etichette di pineau bianco imbottigliato a Vouvray, cantine quattrocentesche del castello di Moncontour che Balzac voleva acquistare e che immortalò ne ” Le femme de trente ans”.

Francesca Valleri