ESPRIMI UN DESIDERIO!

Abbiate il coraggio di ammettere se siete stati, più o meno capaci, almeno una volta nella vita di spazzarlo via al primo colpo, di disperderlo nell’ aria con un unico soffio insieme al desiderio, così come la leggenda impone!

Tarassaco, dente di leone, soffione, cicoria selvatica, grugno di porco, piscialletto, girasole dei prati; insomma quel fiore che per ciascuno di noi, solo al ricordarlo, ancora oggi ci regala istintivamente un sorriso ma di quelli che partono degli occhi, quelli magici e per un istante siamo invasi da leggerezza e spensieratezza.

Cresce quasi ovunque ma soprattutto spontaneamente, ostinato e irriducibile racchiudendo in quella “propria volontà” l’ esclusiva meraviglia e il miracolo stesso.

Nasce giallo, uno splendido fiore giallo di tarassaco che, una volta giunto a maturazione, ” spontaneamente” si trasforma in quella nuvola, ovvero nella sua infruttescenza, così trasparente e leggero che una moderata brezza o un soffio, lo fa sparpagliare portando a zonzo i propri semi; il nome stesso ” soffione” deriva da questa particolare caratteristica che lo fa alzare in volo e come un paracadute poi planare a terra appeso a tanti piccolini ombrellini.

Simboleggia forza, speranza e fiducia, tanto da farne cibare Teseo per un mese intero, come leggenda racconta, allo scopo di diventare così forte da affrontare il Minotauro.

Incarnando l’ idea del viaggio e del distacco è similitudine della stessa esistenza umana; in principio legato al pappo, quasi a non volersene staccare si consegna nella mani del vento, dapprima timoroso, per poi impavidamente abbandonarsi all’ avventura, una nuova esperienza.

Tempo per metabolizzare l’ incerto per poi fluire negli eventi, precisamente come il viaggio dell’ uomo, le intemperie e le opportunità di e un soffio; ” almeno per una volta inciampare su una pietra, bagnarsi in qualche pioggia, perdere le chiavi fra l’ erba e seguire con gli occhi una scintilla di vento; e persistere nel non sapere qualcosa di importante”. ( W. Szymborska)

Secondo una leggenda irlandese, la corolla di questo fiore , sarebbe stata la dimora di fate, gnomi e elfi che scorrazzavano liberi per i prati.

Una volta sopraggiunto l’ uomo, furono costretti a trovare rifugio nei boschi; le fate però indossavano abiti così colorati e sgargianti che impedivano loro di potersi mimetizzare, fu allora che si trasformarono in questi ” fieri” pon pon, portatori di quella intrepidezza che anche se calpestata fa sì che possano tornare in posizione eretta, sempre.

Fiore prediletto dall’ artista botanico francese Duy Anh Nhan Duc il quale dispone solitamente decine di esemplari su fondo bianco candido in modo da ” illuminare” le minuzie e le nuance neutre di queste creature che lui stesso descrive come portatori spontanei di leggerezza racchiusa nel gesto stesso del soffio, quale linfa vitale e atto liberatorio; in quel refolo, differente ogni volta, vi è racchiuso il ludico e l’ intuizione per una nuova creazione.

” Guardate le mie foglie dentellate, soffiate le lancette del soffione, guardate fra le siepi le mie ondate, guardate il prato, guardate il sentiero, guardatemi in giro allegro e fiero! Raccoglietemi pure, io cresco ancora senza chiedere permesso o scusarmi, che fate con le vostre zappe allora? Non riuscirete mai ad estirparmi! Nessuno mi può fare impressione, perché io sono il Dente di Leone!” ( C. M. Barker)

Chiudere gli occhi, esprimere un desiderio e soffiarci sopra a pieni polmoni… si racconta che il numero delle volte necessario per fargli spiccare il volo, rappresenterebbero i giorni esatti per farlo avverare.

Il desiderio è una faccenda seria, regola primaria per chi esprime desideri è quella di non perdere mai una buona occasione per farlo.

Francesca Valleri