” DIETRO AL CUORE”
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Schiena: ” parte posteriore del torace compresa fra spalle e reni” e letta così indubbiamente sterile e scontata, orfana di poesia ( come darvi torto!).
Una parte del corpo talvolta sottovalutata, un vero e proprio sottomondo all’ interno della macchina complessa del corpo umano, pregna di significati, declinazioni e leggende.
Nella credenza popolare il ” colpo della strega” sembra essere un malefico sortilegio inflitto da un incantesimo con lo scopo di impedire un qualsivoglia movimento alla povera vittima.
A conferma di quanto fosse presente, nell’ antica cultura, l’ idea dell’ intervento magico nelle umane cose, si diceva che la morte improvvisa e ingiustificata fosse dovuta a un ” Colpo d’ Elfo” e non è un caso se, ancora oggi, per definire un attacco apoplettico si usa il termine ” colpo”.
” Tutte le cose contradditorie e storte che gli uomini avvertono sono chiamate la schiena di Dio. La sua faccia invece , dove tutto è armonia, nessun uomo la può vedere”.
Buber faceva intravedere un’ emozionante esperienza, quella di Mosè desideroso di scorgere in volto quel Dio che gli aveva gettato sulle spalle quel peso e quella responsabilità di traghettare un popolo riottoso verso la terra promessa.
La risposta divina era stata glaciale ” Tu non potrai vedere il mio volto perché nessun uomo può vedermi e restare in vita” …però gli aveva riservato una concessione: ” ti porrò nella cavità di una rupe e ti coprirò con una mano finché non sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle ma il mio volto non si può vedere”. ( Esopo 33, 20-3)
La schiena è il sostegno del nostro essere, solido ma flessibile, rappresenta la vulnerabilità dell’ anima, luogo simbolico, tanto quanto la tela di un pittore, dove dipingere la fiducia, il piacere, il dolore; su di lei dimorano leggerezza, brividi e peso della vita.
E’ quella parte del corpo che diventa dolente dopo una giornata di fatiche anche del cuore, quella che, con cura, mettiamo a riposare la sera dopo averla portata a giro per il mondo, quella che sente il cazzotto nello stomaco e le ripercussioni delle sofferenze; talvolta dolorante sine causa, ci obbliga a riflettere, rallentare, fermarsi.
Sta lì dietro, resiste e invecchia lentamente e se qualcuno non ci aiuta difficilmente la guardiamo con la dovuta attenzione, spesso trascurata è rappresentazione di grande rilevanza estetica ad alta carica erotica e seduttiva.
La schiena nuda è quel piccolo brivido che rimanda all’ euforia delle donne della Bella Epoque, anticonformiste e maestre di eleganza, sono la cifra di riconoscimento del pittore danese Vilhelm Hammersoi, che dei ritratti ” Da dietro” ha fermato la schiena e lo sguardo di chi la ammira; una femminilità discreta, celata nell’ intimità domestica e come tale rispettata, il tutto circondato da un silenzio pittorico assordante.
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Un modo di raccontare la vita di un personaggio senza disturbarlo, osservandolo quasi di nascosto, un po’ come gli eleganti e pensierosi uomini di Gustave Caillebotte affacciati alla finestra.
Forse solo le seducenti viste di schiena delle donne di Jack Vettriano riescono a comunicare il piacere per le forme, una bellezza raffinata ma effimera, quanto basta per far trionfare l’ erotismo; è come se la visione d’ insieme di schiena riuscisse a descrivere minuziosamente le emozioni più nascoste e le età della vita.
” La schiena… E’ un privilegio di fiducia. E’ la sensualità che da le spalle al mondo e guarda avanti…è spavalda, audace, baldanzosa…un solco lungo il quale colano, dall’ alto verso il basso, le pugnalate che non ha saputo evitare, le carezze liquide di certe mani…”. ( A. Storace)
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Storiche le ventitré coltellate alla schiena di Giulio Cesare, le Idi di marzo e l’ ingresso nella leggenda: ” Anche tu, Bruto figlio mio”.
Cadde così sotto i pugnali dei cospiratori il 15 marzo del 44 a. C. ; tra loro anche Cassio e Giuda che Dante segregherà all’ inferno fra i traditori.
” Abbiamo davanti agli occhi i peccati degli altri uomini ma i nostri li portiamo sulla schiena”. ( L. A. Seneca)
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