DA MARRAKECH IL SEGNATEMPO CHE AVANZA

La storia del Pasha de Cartier è in qualche modo legata a quella di un modello commissionato negli anni trenta per El Glaoui sultano di Marrakech, noto nel mondo del jet set internazionale per essere un amante e un grande conoscitore delle arti e degli oggetti di lusso.

Nel 1934, fece la specifica richiesta di un orologio impermeabile ma raffinato esprimendo il desiderio di ” poter fare il bagno nella sua piscina senza perdere la cognizione del tempo che passa”.

A questa domanda rispose prontamente Louis Cartier.

L’ orologio rimase con ogni probabilità, un pezzo unico, ma il singolare episodio è entrato definitivamente nel mito Cartier; quel che è certo è che sulla scia di tale avvenimento, a partire dagli inizi degli anni quaranta, nelle collezioni della casa , fa la sua comparsa un modello da polso tondo, caratterizato da una cassa resistente all’ acqua, con quattro cifre arabe, un copricorona a vite fissato con una catenella e lancette a forma di gladio.

I presupposti stilistici e tecnici per lo sviluppo di una futura famiglia orologiera c’erano dunque già tutti.

Nel 1985 il primo Pasha moderno “rinato”dalla matita di Gerald Genta.

All’ epoca, il suo design e la sua personalità conquistano un pubblico selezionato e la collaborazione fra Cartier e Genta da vita ad un segnatempo innovativo per la gamma della Maison di quegli anni, nella quale prevalevano orologi di un diametro contenuto, di forma quadrata o rettangolare.

Il Pasha invece si presenta sparpagliando le carte: cassa in oro giallo perfettamente tonda, trentotto millimetri di diametro ( all’ epoca considerata una dimensione generosa), abbinata ad una lunetta e dotata di un fondello a vite sul quadrante dove erano presenti numeri arabi di grandi dimensioni, posizionati ai quarti, un datario ad” ore 5″ privo di lente magnificatrice.

Da qui si sviluppa e prende forma la visione di ” un quadrato all’ interno di un cerchio” , un ” mantra” che ha portato fortuna al modello.

Nel corso della storia del segnatempo i dettagli estetici presenti nei modelli di esordio sono diventati segni identitari della collezione sviluppatasi fino all’ epoca attuale.

A trentacinque anni dalla sua nascita, questo orologio rinnova il suo aspetto pur mantenendo il suo spirito audace e anticonformista.

Nel 2020 sfoggia un quadrante più ” leggero” dove all’ interno troviamo linee nere a raggiera, una corona decorata con uno spinello blu o uno zaffiro, in modo tale che tutte le volte che si svita il classico copricorona di protezione non appaia la testa metallica ma un delicato cabochon.

Impermeabile fino a cento metri è dotato di un fondo cassa trasparente che lascia osservare il movimento meccanico con ventitrè rubini e più di ventotto mila alternanze orarie.

Francesca Valleri