“CHOOSE,CHOISIR,SCEGLIERE”

Fra i tanti sinonimi ” prendere la parte migliore”: ” scegliere”.

Anche il ” semplice” verbo ” leggere” comporta una scelta, dal latino ” legere”, ovvero raccogliere, eleggere, racchiude in sé il valore intrinseco di selezionare, prendere qualcosa in mezzo ad altro.

Forse ( del tutto opinabile) scegliere è un verbo maestoso, potente, forte; ci qualifica ( siamo anche le scelte che abbiamo il coraggio di fare) e ci regala il libero arbitrio.

Ne parla Platone, per bocca di Er, nel ” La Repubblica”: ” la responsabilità è di chi sceglie; il dio non è responsabile”.

Il soldato morto in battaglia, sul rogo si risveglia e racconta di aver visto sorteggiare a caso le anime per scegliere in quali future vite rincarnarsi; apparentemente i primi potrebbero risultare avvantaggiati da un’ ampia possibilità a loro disposizione ma anche gli ultimi avranno frecce ai propri archi perché il numero di modelli di esistenze offerte risultano maggiori di quelle delle anime stesse, che, per inciso, non sempre compiono le scelte ” migliori”.

Er racconta che i primi che hanno scelto, hanno scelto la tirannide: ” non sarà il demone a scegliere voi ma voi il demone”.

Le Moire poi renderanno la scelta insindacabile e inamovibile…perché ” scegliere” significa essere coscienti ( in questo caso) anche del proprio passato per non commettere i medesimi errori.

” Prendere la parte migliore” è potere, libertà, libero arbitrio consapevoli che ogni scelta porta con sé la rinuncia a qualche altra possibilità, anche la non scelta.

Decidere di sottrarsi alla responsabilità del vaglio si trasforma nell’ opzionabilità più estrema, decisamente pericolosa e severamente condannata dal più sommo dei poeti ; ” questi non hanno speranza di morte…non ragioniam di loro ma guarda e passa”, rilegandoli nel Purgatorio perché non solo indegni del Paradiso ma pure dell’ Inferno.

” La setta dei cattivi” conta all’ appello coloro che codardamente non sono stati in grado di schierarsi, gli ignavi la cui non scelta li ha resi più vili dei peccatori stessi; punizione, rincorrere eternamente un’ insegna girevole che non saranno mai in grado di toccare e la negazione del ricordo nei vivi.

” Inetti” quasi tutti i soggetti di Svevo, da Alfonso che passeggia a braccetto con la propria apatia, fino a Emilio Brentani, vittima di se stesso.

Le possibilità costituiscono le reali e tangibili alternative tra le quali l’ individuo è ” costretto” a scegliere e scegliere equivale a esistere ( Kierkegaard); in soldoni si è ciò che si sceglie di essere e diventare.

Di certo le scelte sono sempre impattanti, in un senso o nell’ altro come quella compiuta dal conte Cavour di fronte alla spedizione dei Mille in Sicilia e alle vittorie riportate da Garibaldi.

Dopo varie decisioni politiche condotte per scongiurare lo scontro fra democratici e liberali, il conte partorisce l’ “idea geniale”, anziché una tavola rotonda con Garibaldi di mandargli incontro un esercito capeggiato dal re in persona!

Il verbo transitivo in questione implica coraggio, capacità visionaria oltre il quotidiano e la volontà di assumersi una responsabilità, la stessa che ha spinto quel ragazzo cinese a fermare il blindato, nell’ 89, in Piazza Tienanmen.

Nessuno sa che fine abbia fatto e nemmeno il militare che alla guida del carro armato si rifiutò di ” tirare diritto”…ma l’ esercito cinese non è stato capace di seppellire la portata simbolica.

Francesca Valleri