“CHE CULO!”

Dal più prosaico apprezzamento fino a individuare un colpo inaspettato di fortuna; al fondoschiena spettano oneri e onori dalla notte dei tempi e se per la scienza quarantacinque gradi e mezzo, tra bacino e spina dorsale, rappresenterebbero la curvatura per guadagnare l’appellativo di irresistibile, a Botero il merito di aver riportato in auge l’essere curvy; ” Non dipingo donne grasse. Nessuno ci crederà ma è vero. Ciò che io dipingo sono volumi…” …quale voce rappresentante di bellezza e sensualità.

Manet nella sua ” Colazione sull’erba”, sembra ripercorre l’imperfezione di Botero, mostrando con disarmante franchezza dei corpi con difetti fisici ed espliciti contenuti sessuali ( compreso il gatto nero con la coda drizzata).

Hayez si scatena in un nudo sconvolgente, fuori da ogni etichetta e canone e l’elemento disturbante è proprio il sedere della ballerina Carlotta Chabert, amante del conte trentino Malfatti, committente dell’ opera ” Venere che scherza con due colombe”.

In realtà non esiste un canone ferreo che comprovi in maniera effettiva la perfezione o meno di un paio di natiche, piuttosto paese che vai gusto che trovi!

I neri lo hanno scultoreo grazie a una maggiore percentuale di massa muscolare eppure le mirabolanti ” chiappe”, dal latino ” capula” ovvero “coppa”, della iconica Venere Nera, Naomi Campbell, sarebbero oggetto di pessime critiche.

Nell’ Islam le natiche femminili dovrebbero essere bianche a ricordo della luna e abbondanti per controbilanciare il peso in gravidanza mentre per gli indiani d’America e i cinesi, seppur pudichi, valorizzavano il sedere come elemento di attrazione.

Da Ursula Andress a Charlize Theron passando da Rihanna a Jennifer Lopez si è provato pure a catalogarlo per forma, da quella a cuore a triangolo, dal cerchio, al quadrato, elargendo consigli e trucchi per renderlo irresistibile!

Il più bel fondoschiena dell’antichità sembra appartenere, con tutto il rispetto per Afrodite, a Callipigia ( dal greco ” bella natica”) capace di attrarre gli sguardi di chiunque, scolpita nel marmo, e ” fotografata” nell’atto di sollevare il peplo per esibire un perfetto e sodo lato B; un gesto scaramantico che nella Grecia antica era assimilabile a un rito, il tradizionale ” Anasyrma” per tenere lontani sfortuna e nemici.

Sedere, natiche, chiappe, come lo si voglia chiamare, a lui il merito di tenerci in piedi, accavallare le gambe, camminare, far girare la testa agli altri e Sartre l’aveva intuito tempo fa: ” La patria, l’onore e la libertà non sono niente. L’intero universo gira intorno a un paio di chiappe”.

Un vero seduttore, un Don Giovanni che ha fatto capitolare ai suoi piedi calibri da novanta, da Honoré de Balzac ” Camminando le donne possono mostrare tutto senza lasciar vedere nulla”, a Brigitte Bardot in una delle sue iconiche pellicole ” Tu lo ami il mio sedere?”, senza dimenticare i buongustai di Rimbaud e Rubens che non hanno mai smarrito un’occasione per immortalare il loro fanatismo personale per il lato B femminile.

Di fronte a un bel fondoschiena nessuno mai ne è uscito indenne, i Bronzi di Riace e neppure Michelangelo con il suo marmoreo David, messo in mostra senza veli, progettato per essere ammirato dal basso verso l’alto, a dispetto dell’ignoranza ipocrita e (finta) puritana che lo ha allocato, all’Expo di Dubai, dentro un pozzo dal quale emergeva solo la testa e le spalle.

Ammirare un corpo perfetto, con natiche scultoree non è come guardare una mezza coscia che spunta da una minigonna ma è quel “sano” ritorno all’essenza degli artisti rinascimentali e neoclassici, quella perfezione musa ispiratrice e tanta agognata per i greci; un corpo proporzionato rispecchia una virtù morale interiore.

Il ” sedere”, nonostante sia stato oramai sdoganato, porta sempre uno scompiglio e allora dunque meglio augurarci di averlo grande quale sinonimo di abbondanza e fortuna; si narra che tutto abbia inizio dai romani ” i bei giovani dai glutei appetitosi venivano molto richiesti dai romani, che per poterli possedere sessualmente, li ricoprivano di regali. Così aver un bel posteriore per i ragazzi, era indizio di una vita più fortunata”.

Con il senno di poi pare che questa spiegazione non fosse possibile in quanto il ruolo passivo nell’omosessualità era disprezzato.

Abolita anche la ” storia” delle forche caudine che per ragioni di bon ton non sto a rendervi esplicita!

Dunque ripartiamo dal lessicografo Casalegno ” nel Grande dizionario della lingua italiana del’64 è presente ma non si cita alcuna fonte letteraria”; passando attraverso l’etologo Morris ” Pare che le grosse e rotonde natiche femminili siano un antico richiamo sessuale…per lanciare un richiamo sessuale al maschio, la scimmia femmina gli presenta il posteriore nel modo più cospicuo possibile…”; pertanto le natiche abbondanti sono un segnale sì di disponibilità ma anche di abbondanza, fertilità, sesso, felicità.

Per parafrasare una “famosa” prostituta americana ” ogni ragazza siede sulla sua fortuna e non lo sa”.

Francesca Valleri