BURLESQUE, DITA VON TEESE E STRIP-CHIC

Seduzione ed ironia che convivono in una forma d’arte tutta al femminile, leggera e sofisticata al tempo stesso condita da una buona dose di esibizionismo e da un gusto estetico retrò.

Questa forse la definizione più adatta per descrivere il burlesque che fin dalle sue origini (ottocento-Inghilterra) propone uno spettacolo malizioso e sensuale che lascia spazio ad un soft strip-tease accompagnato da una buona dose di creatività femminile.

BURLESQUE, DITA VON TEESE

Oggi il burlesque è la somma di tanti aspetti: gioco per adulti, stile di vita, moda e fenomeno di massa e nicchia al tempo stesso.

Sicuramente una fonte costante di ispirazione per il cinema, il teatro, la musica e anche l’abbigliamento.

Erano gli anni quaranta…performer dall’ incarnato bianco come il latte, capelli scuri e sguardo ammaliante. Da qui si apre un varco spazio-temporale e si accede alla versione ‘in movimento’ delle copertine di illustri giornali per soli uomini.

Una volta era fetish oggi è new burlesque, declinazione del fenomeno vintage.

Sono arrivati gli anni novanta,  sui grandi schermi viene sdoganato da Cher e Cristina Aguilera, acclamato ed osannato da Dita Von Teese, il vitino da vespa più amato del Crazy Horse, fino al Bellagio di Las Vegas: labbra rosse, capelli neri corvino, viso di porcellana.

BURLESQUE, DITA VON TEESE VOLTO

Incarna la donna anni cinquanta, simbolo di eleganza che fin da giovane ha scelto di darsi al burlesque, passione trasmessa dalla madre che amava merletti, reggiseni e guepiere.

Nel tempo è stata capace di creare un forte legame con la moda senza mai essersi piegata ai diktat dell’industria fashion. E’ riuscita ad individuare ciò che le stava bene e a trasformarlo in un carattere distintivo rimanendo sempre fedele a se stessa.

All’anagrafe Heather Renee Sweet ha concentrato lo strip-chic d’ascendenza vittoriana in una coppa di Martini, in ventagli di piume in giostre retrò.

BURLESQUE, DITA VON TEESE E STRIP-CHIC

Il burlesque (dal francese scherzo irriverente) non è uno spogliarello finalizzato all’eccitazione di un pubblico maschile. Non è una danza, bensì un’arte fatta dalle donne per le donne; satira, teasing, poesia, emozione e seduzione. Aiuta a riscoprire se stesse, il proprio corpo, insegnando ad amarlo qualunque forma esso abbia.

È un universo difficile da decifrare quanto piacevole da scoprire.

“Un corpo nudo è l’apoteosi del vestirsi. È uno degli strati del vestirsi”.

Unisce il carattere al corpo, l’energia con la giocosità.