IL LABIRINTO, UNA SFUMATURA DI OMBRE
“Nel labirinto non ci si perde. Nel labirinto non si incontra il Minotauro. Nel labirinto si incontra se stessi”. (Kern)
Il labirinto è visto, nell’immaginario collettivo, come un luogo fisico, una struttura particolarmente complessa nella quale riscontriamo difficoltà nell’orientarci. Nell’accezione mentale come ‘un cane che si morde la coda’, una gabbia dalla quale se ne esce ripercorrendo i nostri passi, liberandosi del passato e accettando il nuovo inizio.
Il labirinto all’inizio dei tempi
È un termine di contatto fra storia e mito.
Un esempio per tutti Minosse, che rifiutandosi di sacrificare un toro inviatogli da Poseidone, provocò nel dio un’ira funesta a tal punto da indurlo a suscitare in Pasifae (moglie) una passione smodata nei confronti dell’animale. Da questa unione nascerà il Minotauro che sarà poi imprigionato nel famoso labirinto costruito da Dedalo.
Continuando a seguire il filo della leggenda, arriviamo in Sicilia: il labirinto di Arianna, un viaggio mistico e fuori dal tempo dove i miti della Magna Grecia si sposano con l’arte moderna.
La particolare forma a spirale ci riporta all’inizio dei tempi.
Nato dal genio artistico di Italo Lanfredini, scultore che celebra la natura, il labirinto è interamente ricoperto di calcestruzzo patinato che viene modellato da acqua, sole, vento e da ogni visitatore che vuole lasciare un segno del suo passaggio: “l’opera non appartiene al singolo individuo ma ad ognuno di noi”.
È impossibile perdersi al suo interno perché non ci sono né bivi, né vicoli ciechi ma un’unica via ripiegata a simulazione delle viscere e del percorso di introspettiva dell’essere umano. Uun viaggio fisico e spirituale che dall’esterno si propaga fino al punto più intimo e profondo di noi stessi.
Il rosso delle pareti a ricordarci la carne e come tetto il cielo come ad invocare l’infinito e la perdizione nei nostri pensieri. Nel centro del labirinto, un albero di ulivo a testimonianza della saggezza e della conoscenza.
L’arte contemporanea vive sotto il segno del labirinto e più che dare delle risposte propone delle domande.
“Preferiamo le vie tortuose per arrivare alla verità”. ( Nietzsche)
Arte e letteratura
Il labirinto rappresenta quell’itinerario mentale che ha accompagnato l’uomo nella storia e nel suo cammino di conoscenza.
Il Novecento rappresenta il secolo più ‘labirintico’ della storia dell’umanità, dove si abbandonano convenzioni e consuetudini.
Picasso interpretò in maniera eccellente questo tema nella Minotauromachia, mettendo se stesso in relazione con la realtà storica.
In letteratura, Calvino, ne “La sfida del labirinto”, ci esorta ad entrarci dentro e ad essere all’altezza della problematica, non rimanendo prigionieri del suo fascino ma di sforzarsi di conoscerlo e di uscirne.
Il gioco del labirinto è un percorso in due tempi: l’entrata e il faccia a faccia con il mistero, nel primo, e il ritorno alla luce, inteso come rinascita, nel secondo.
Sfida attuale dei nostri giorni, la complessità del mondo e l’ impossibilità per l’uomo di acquisire tutte le conoscenze per padroneggiarlo.