SPQR…AVE LEGIONARI!

Senza ombra di dubbio l’ esercito romano si è reso protagonista principale dell’ Urbe, dalla nascita fino alla sua completa espansione e dominio.

E’ altrettanto vero che i romani hanno sempre avuto un debole per la guerra , moderni guerrafondai , ma in questo campo dimostrarono sempre una supremazia indiscussa e incontroversibile.

Il legionario romano non fu esente da sconfitte , non possedeva armi segrete né una particolare forza fisica ma dalla sua aveva una disarmante dote psicologica: la resistenza alla sofferenza unita ad un equipaggiamento ultra leggero.

” Se avessi avuto simili soldati, come i romani, avrei conquistato il mondo” ( Pirro).

Il culto della disciplina e un addestramento costante erano altri aspetti derivati da questa straordinaria capacità di sopportazione.

I romani eseguivano effettivamente una ” exercitatio” esasperata,

Non tutti potevano assolvere al ruolo di legionario, erano richiesti precisi requisiti per entrare a far parte del corpo della ” fanteria” perché i romani dovettero affrontare svariate popolazioni che adottavano metodi di combattimento differenti fra loro e questo influì senza ombra di dubbio sull’ organizzazione e struttura della legione.

Di primo acchito si potrebbe pensare che il primo requisito fosse rintracciabile nella capacità di combattere.

In realtà questo era una conseguenza del saper marciare; ebbene ai soldati era richiesto di saper camminare bene e a lungo perché le legioni erano disposte sul territorio in maniera tale da doversi spostare celermente.

Dovevano pattugliare le zone, raggiungere i campi di battaglia e i punti di rifornimento.

Percorrevano giornalmente dai trenta ai trentasei chilometri al giorno a seconda di un ” Iter Iustum” o un ” Iter Magnus”; per rendere reali questi numeri immaginiamo di partire dal centro storico di Roma e di giungere a piedi all’ aeroporto di Fiumicino.

Altra dote la sopportazione alla fatica.

Ogni legionario doveva essere autonomo e per questo dotato di una ” sarcina”, il nostro zaino moderno, dal peso variabile dai venti ai cinquanta chili; all’ interno erano alloggiati indumenti di ricambio , borraccia per l’ acqua, un coltello e delle stoviglie per cucinare.

Immaginiamoci la marcia costante e lunga con sulle spalle tale peso, indossando le tipiche ” recta”, tuniche lunghe fino al ginocchio, con le maniche corte , confezionate stando in piedi davanti al telaio , strutturate solo con due lembi di stoffa .

Requisito imprescindibile essere in grado di costruire un accampamento; ogni notte ne edificavano uno nuovo, composto da due strade principali, per un totale di circa sessanta ettari calpestabili che ricoveravano ventiquattro mila persone.

In soldoni come se offrissimo da dormire a tutta la popolazione di Frascati!

Infine combattere; non da soli perché questi soldati non erano addestrati per il movimento in solitaria ma in formazione, un lavoro di squadra in gruppo.

Tutti indistintamente dotati del vero simbolo dell’ aggressività e dell’ abilità per un legionario romano, che aveva un nome destinato a diventare leggenda; il gladio.

Arma decisamente offensiva , creata per infliggere rapide stoccate nel tentativo di chiudere il combattimento nel minor tempo possibile.

L’ abilità nel maneggio di questa arma fu sempre tenuta in larga considerazione nel bagaglio professionale e nella tecnica di combattimento di un ottimo ed eccellente legionario.

Secondo lo storico Varrone il termine ” gladius” deriverebbe da ” cladis” , distruzione, disastro; un accostamento simbolico che rende bene l’ idea dell’ efficacia di questo potente strumento.

Osservando il tutto con occhi moderni si può sufficientemente realizzare che la grandezza di Roma e della sua romanità sia stata quella di creare ” cultura” assimilando le diversità dalle quali è fiorita.

Ci si potrebbe anche spingere oltre paragonando questa immensa macchina da guerra alla falange macedone; sono state entrambe le armate più temute del mondo antico, tanto da seminare il terrore ogni volta che apparivano all’ orizzonte.

Avvolte da un mitico alone di invincibilità, per secoli sia l’ una che l’ altra hanno dominato la storia militare rivoluzionando la dimensione tattica e strategica della guerra antica.

” …Davanti il nemico, dietro i morti, di fianco i commilitoni.”… lo spirito che animava i legionari.