Il 20 agosto del 2020 la televisione annunciava la scomparsa dell’ artista calabrese Nicodemo ( Nik) Spatari, ” il gigante buono”, ribelle, rivoluzionario che ha dedicato l’ intera esistenza all’ arte.

La sordità in tenera età, il ” diversamente sentire” diviene privilegio e valore aggiunto , direzionando la sua arte verso una nuova dimensione abitata dalle sue personali voci interiori, adottando ed usufruendo di una nuova grammatica.

Parigi, Milano, Pablo Picasso, Le Corbusier; questi i principali teatri e attori della sua vita.

Nel 1961, durante la seconda mostra personale, il geniale Jean Cocteau è il primo ad esaltare quel talento acerbo ma visionario , con un gesto dal grande effetto mediatico; colpito da una sua opera la stacca dalla parete e se la porta via lasciando un biglietto con su scritto ” Grazie per questa bella tela”.

Quelle righe sanciranno l’ inizio di una lunga amicizia.

Insieme a Hiske Maas , conosciuta durante il suo soggiorno parigino, collezionista olandese e moglie dello stesso, rientrarono in Calabria per dar forma alla loro visione, rendendo possibile l’ impossibile in una terra dove in quegli anni nessuno avrebbe mai scommesso : il MuSaBa , museo colorato a cielo aperto , in cui l’ arte diventa espressione ed insieme condivisione e rispetto del territorio e della vita , dove le diversità non rappresenta un limite ma un ‘ occasione, dove l’ abilità creativa coinvolge testa e anima di coloro che l’ attraversavano.

Il ritorno nella terra di origine rappresentava per l’ artista una sorta di ” Arcadia”, un luogo sì aspro ma di puro incanto, ricco di storia ; ” nella sua terra avvertiva quello che si chiama genius loci”, un angolo perfetto, desolato, primordialmente protetto, un ritorno all’ ancestrale.

Il Parco Museo di Santa Barbara si sviluppa intorno ai resti dell’ antico complesso monastico e si estende per sette ettari; nel mezzo istallazioni bizzarre dove le forme assumono un proprio linguaggio diventando anche un morbido ed avvolgente abbraccio.

Un vero e proprio cantiere creativo, nel cuore dell’ Aspromonte , che raccoglie custodisce opere di artisti anche internazionali, studenti e volontari, dove soggiorna e riposa una delle opere più imponenti di Nik Spatari ” La Cappella Sistina della Calabria”.

Lunga quasi quindici metri, larga sei e alta nove, si staglia per tutto lo spazio della volta e dell’ abside dell’ ex Chiesa.

La tecnica utilizzata per realizzare questo sogno a colori è una vera e propria invenzione dell’ artista ; si tratta di figure ritagliate su fogli di legno, dipinte e poi applicate al soffitto donando al visitatore l’ impressione di elementi volanti e sospesi.

La luce del sole che riflette su quella specie di basso rilievo aereo da vita ad un caleidoscopio , intenso, che avvolge ogni singola figura.

All’ interno , il MuSaBa rappresenta un ambiente surreale, la vista viene letteralmente rapita dai colori dei mosaici che silenziosamente lo abitano, da enormi sculture dalle nuance accese, contrastanti ma sempre armoniche fra di loro, dalle antiche strutture preesistenti e restaurate nel rispetto delle forme originarie.

L’ ingresso rappresenta l’ avvio di un viaggio extratemporale in cui il passato , il presente e il futuro si vivono, coesistono, dialogano e si abbracciano attraverso la grammatica dell’ arte contemporanea, vibrando contemporaneamente all’ unisono.

I contrasti materici e cromatici dati dai colori complementari e contrapposti tra loro rendono ancora più scenografica e tridimensionale l’ esposizione.

Così, masso dopo masso, con l’ aiuto di pochissimi volontari, senza servizi di prima necessità quali corrente elettrica, acqua e accessibilità stradale iniziano i primi vagiti di questo sogno trasformato in realtà che racchiude tenacia, volontà e visione.

Il MuSaBa è considerato dalle guide turistiche un ” Highlight”, un punto di interesse al pari dei Bronzi di Riace con i quali gareggia in flussi di presenze

Francesca Valleri