LA MADONNA CHE CONSUMA LE SCARPE

Nel centro storico di Napoli, a Forcella, sorge la settecentesca Basilica della Santissima Annunziata Maggiore.

L’ imponente struttura, capolavoro di Vanvitelli, è posizionata tra Spaccanapoli e Corso Umberto I; la chiesa dunque non si trova nei classici itinerari turistici ma addentrandosi in uno dei quartieri storici più popolari della città.

Un grande complesso che ancora oggi ospita l’ ospedale ginecologico e pediatrico e che, in passato accoglieva le creature abbandonate da famiglie povere o nate da relazioni clandestine, attraverso la ” ruota degli espositi”, una sorta di tamburo di legno dalla forma cilindrica, nella quale venivano affidati alle cure delle suore appena nati o a pochi giorni di vita.

Napoli ha un legame particolare con questo luogo proprio perché dalla storia della ruota nasce il cognome più diffuso : Esposito.

Il quartiere di Pendino di Forcella, in Via dell’ Annunziata, racchiude dunque una parte di storia partenopea al tempo stesso commovente e struggente.

Ai piani superiori , dove si trovano le abitazioni delle religiose è custodita una statua della Madonna che ogni 25 marzo viene condotta nella chiesa affinchè le siano cambiate le scarpe consumate.

” A Santa Annunziata tutto ‘ o popolo è saziàt”.

Una delle feste mariane più sentite in tutta la storia del cristianesimo che annuncia al mondo la nascita di Cristo per opera dell’ Altissimo; secondo l’ antico proverbio napoletano ” il popolo ( i ceti meno abbienti) è sfamato dall’ intervento provvidenziale della Madonna.

Vestita con un abito bianco, impreziosito da filamenti dorati, un manto azzurro coperto da lunghi capelli veri donati da alcune donne del quartiere come segno di riconoscenza per una grazia ricevuta e delle scarpette dorate.

Una bambola di porcellana, dai lineamenti delicati e dolci, il capo adornato con una corona recante delle simbologie marine e proprio quelle calzature dorate consumate che ogni anno vengono accuratamente sostituite.

Secondo un’ antica leggenda, la Madonna dell’ Annunziata , lascerebbe, ogni notte, la chiesa per addentrarsi fra i vicoli della città portando conforto e cibo ai poveri e alle creature orfane; questo suo passeggiare continuo sarebbe la causa dell’ usura delle suole.

Per l’ intero quartiere le scarpette sono e rappresentano il segno tangibile di un vero e proprio miracolo: ” la Madonna va a visitare tutti i suoi figli”.

E qui la realtà si fonde con la leggenda, la fede e la fantasia benché la chiesa da sempre ne abbia preso le distanze.

La statua viene curata con attenzione, amore e dedizione e Suor Maura, dall’ età indefinita, sulle spalle il peso di una vita intera che sorride in quella maniera “dolce” che solo certe donne sante conoscono, affida le scarpe usurate alle famiglie con persone gravemente malate che sperano in una guarigione miracolosa.

Dopo aver ricevuto la grazia, i calzari vengono restituiti ed offerti di nuovo a chi ne ha di bisogno.

Nessuno lo chiama o ha intenzione di chiamarlo miracolo piuttosto una favola dolce.

Le scarpe dell’ Annunziata, per quanto logore, continuano incessantemente il loro cammino, anche se ufficialmente dismesse , come continua incessante la devozione di coloro che credono profondamente affidandole i propri figli; è il suo ruolo di madre, non solo uno dei tratti più teneri ma il mezzo con il quale si avvicina a coloro che hanno fatto esperienza dell’ amore.

Ha raccolto nei secoli centinaia di migliaia di bambini, figli di quell’ infanzia abbandonata , respinta e dimenticata; piccole creature considerate ” e figlie r’ a Maronna”.

Si racconta che un medico in servizio di notte abbia udito una voce chiamare il suo nome a tal punto da trascinarlo fino alla culla di un neonato per poi sparire; ” quel bimbo stava soffocando, la Madonna lo ha salvato, quella notte vegliava su uno dei suoi figli”.

Non sarà un miracolo ma crederci non costa nulla.

Francesca Valleri