LA FOLLIA, COMPAGNA DI VITA…BUONA VITA!

Il dizionario della lingua italiana definisce la follia “stato di alienazione mentale determinato dall’abbandono di ogni criterio di giudizio”.

“Sappiate che io non sono figlia del caos, né dell’ orco…mio padre è Pluto, lui in persona…mia madre fu Neotete la più leggiadra e allegra di tutte le ninfe…se mi chiedete dove sono nata, la mia patria sono le Isole Fortunate dove tutte le cose crescono…”. (E. Da Rotterdam)

La Follia.

Ne siamo dotati dalla nascita. Con lei, da bambini, accresciamo il piacere e ci ingraziamo amore. In seguito, da adolescenti ci consente, nel vivere meno saggiamente, uno stato di grazia; alla fine della nostra carriera terrena ci allevia dalla miseria umana.

Nel mezzo?

Nel mezzo l’adulto.

Da grandi si perde la vivacità, l’espressione delle belle forme, perché acquisiamo un qualcosa in più per la pratica del mondo.

La follia è il naturale condimento del piacere, governa soprattutto le passioni. Quando manca qualcuno che ci fa ridere chiamiamo un pagliaccio, non esiste opera d’arte che non sia stata presa per mano da lei e portata a conclusione. Ci fa conquistare la vera saggezza laddove ci obbliga ad attraversare pericoli e, ancora di più, paure.

“Lo stolto impara dai fatti, il saggio dai libri”. (Omero)

Ci viene in soccorso in presenza dei capricci del fato, soprattutto in tutte quelle occasioni in cui talento ed intelligenza non sono sufficienti a proteggerci dal fallimento, che altro non è che un tentativo. E la vita è la somma di svariati tentativi messi uno accanto all’altro.

Dietro ad ogni esperimento c’è la Signora Follia travestita da coraggio, caparbietà, forza di volontà , immaginazione; praticamente, un intero inno alla vita.

Il tentativo non è uno spasso… una lente di ingrandimento anche sulle personali crepe e insicurezze. D’altronde ci costringe a guardare in faccia la realtà, abbandonando il superfluo e creando condizioni di accettazione nei confronti di se stessi. Un caldo destabilizzante abbraccio che ci viene donato in un momento di asperità.

Proprio così.

È esattamente qui che la Follia si trasforma in coraggio; un mantello irriverente ed allo stesso tempo irrispettoso che ci impone di ascoltarci, ci obbliga a gettare le sovrastrutture e a dismettere i panni che non sono nostri. (foto2)

Siamo chiamati a scegliere.

A scegliere anche di essere felici.

Accettare, accogliere, rispettare ed aver cura delle nostre inclinazioni, cessare di illudersi di essere o rappresentare qualcosa che non si è.

La paura, la fottuta paura, ci rendi liberi e non esiste sensazione più completa ed appagante di ascoltare se stessi e iniziare a cavalcare l’onda dell’immaginazione e, soprattutto, della speranza.

Nella sua completa ecletticità adesso la Follia si trasforma anche in consapevolezza, metro valutativo della forza di volontà e disciplina. Una prova per testare la capacità di sopravvivere anche al cambiamento, un bagno dal quale uscire più saggi e forti.

La vita non è uguale per tutti. Non è una lista di conquiste o risultati da spuntare, non ha un ordine di giusto o ingiusto: è costante ricerca, sentire, onestà intellettuale etica e morale, al tempo stesso un viaggio complicato, sfuggente ad ogni ordine di controllo.

Compreso tutto questo saremo in grado di vivere.

Adesso la Follia ci regala il suo miglior battito di ali: l’immaginazione. Ossia la capacità di figurarsi ciò che non esiste, fonte naturale di ogni innovazione, rivelazione, ricerca, invenzione; artefice di empatie ed intelligenze emotive.

Ci è concesso di cadere ma siamo anche obbligati a rialzarci. Buona vita a tutti.