COVID: LOCKDOWN – MEN UP
Sarà capitato ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, di pensare “vorrei non andare a lavorare”!
Ci hanno ascoltato, evidentemente, visto che ci siamo ritrovati ad essere ‘produttivi’ all’interno delle nostre abitazioni.
‘Produttivo’…parola ingombrante che al momento pare essere assolutamente svuotata del suo senso, che ha perso parametri oggettivi di riferimento.
Produttivo/produttività rispetto a cosa, a quali standard, quale sarà il campo di gioco e le sue regole una volta riaperte le gabbie?
Siamo sicuri, certi e convinti che tutto sarà come prima, che questo isolamento obbligato sia stato temporaneo e privo di effetti?
Quando l’Italia e il mondo si riaffacceranno alla realtà ci metteranno un bel po’ a tornare dove erano prima e non è detto che ci riescano del tutto; dobbiamo forse entrare nell’ottica di un nuovo stile di vita, di nuovi modi di consumo che coinvolgeranno innumerevoli settori e perché no…nuovi sistemi di produttività.
Quando torneremo alla luce ci sarà modo di ripensare all’ intero modello.
Certamente il Covid ci ha insegnato che la vita scorre, eccome se scorre, ma ad un ritmo completamente diverso, regalandoci l’ opportunità di ‘sprecare’ tempo guardando dalla finestra per ore.
Non sarà che siamo tornati ad un normale ritmo di vita? Che non è il virus l’ alterazione della norma ma proprio l’opposto?
Sicuramente con una buona dose di crudeltà ha sottolineato ciò che per una vita abbiamo tentato di rinnegare con tutte le nostre forze: siamo fragili e mortali.
Siamo legati al mondo con un filo invisibile e siamo un tutt’uno con esso; ogni singola nostra azione ha una conseguenza.
Ci ha fatto provare paura restituendoci umanità.