IL THE SHED DI MANHATTAN

Lo skyline di Manhattan ha una nuova icona, un centro multidisciplinare aperto ad ogni sperimentazione.

Hudson Yard, il quartiere sorto negli ultimi anni in un’ex area depressa del West Side di Manhattan, è costato circa la bellezza di venticinque miliardi di dollari, all’interno case di lusso, alberghi e negozi da mille e una notte. Ora vanta orgogliosamente un nuovo spazio multidisciplinare-culturale: The Shed (il Capannone).
L’investimento, sostenuto in gran parte da finanziatori privati, sfiora i quattrocentocinquanta milioni di dollari. Da alcuni è stato ribattezzato la “borsetta di Chanel”, perché la guaina che riveste la struttura richiama il tessuto matelasse’ tipico di Chanel.

C’è anche chi ha definito The Shed un “coltellino svizzero“ perché all’avanguardia e super tecnologico: cambia forma e dimensione in funzione dei progetti degli artisti che deve ospitare.
In poco più di cinque minuti, grazie ad un motore da 180 cavalli e sei ruote, l’edificio ingloba od esclude lo spiazzo antistante.

The Shade ha lo scopo di essere un contenitore di arte, qualunque forma essa possa assumere: dall’hip-hop alla pittura, dal cinema al teatro ed alla danza.
Il tutto avviene in un’area di 18.500 metri quadrati, la flessibilità il suo must: quando si espande, il guscio fa acquistare quaranta metri, quando si contrae scopre una piazza di poco meno di duemila metri quadri (ideale per i concerti con una capienza di duemila persone).
La parte fissa dell’edificio comprende una serie di gallerie con pareti mobili, un teatro da cinquecento posti, che può essere suddiviso a sua volta in due ambienti separati in modo da ospitare contemporaneamente spettacoli diversi.
Lo stabile, è stato concepito, fin dall’inizio come una matrioska, un’architettura composta da molteplici infrastrutture.
Il 5 aprile si è tenuto il concerto dell’inaugurazione curato dal regista e artista McQueen, che insieme ad artisti emergenti ha dato vita ad uno spettacolo sull’influenza della musica afroamericana nella cultura contemporanea.

(Francesca Valleri)